Erano attesi in 679, ne sono arrivati solo 459. I docenti precari della cosiddetta “fascia C“, ovvero coloro che il Governo ha immesso in ruolo a tempo indeterminato nell’organico “aggiuntivo” (privi di cattedra, ma da utilizzare per progetti di potenziamento, recupero, supplenze oltre che nei laboratori) non hanno di certo risposto in massa alle chiamate - chiuse venerdì 27 - dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese. A conti fatti, 220 - pari a circa un terzo del totale - hanno preferito rinunciare alla nomina inserita nel decreto 107 detto “Buona scuola” varato nel luglio scorso. Una ragione c’è: molti di loro già hanno una cattedra da altre parti d’Italia, senza contare che per quest’anno la copertura degli insegnanti in organico aggiuntivo è solo provvisoria: «Si trattava di sistemare una volta per tutte i centomila docenti che sull’intero territorio nazionale componevano il contingente dei precari - ricorda il dirigente dell’Ufficio di via Copelli, Claudio Merletti- alcuni dei quali avevano per questo motivo fatto ricorso alla Comunità europea. Dal prossimo anno scolastico il sistema di reclutamento è destinato a cambiare e a stabilizzarsi, ma già da ora si apre una fase nuova per la scuola italiana. Speriamo sia utile a migliorarne la qualità».
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