Presente e futuro. Prudenza e programmazione. Da una parte l’esigenza di non dare nulla per scontato, di fermarsi alle certezze del campo per non sollevare il piede dall’acceleratore; dall’altra la necessità di guardare avanti, di prevedere ciò che verrà, di prepararsi per affrontare le realtà a venire.
Dopo un girone d’andata eccezionale nei risultati e nei numeri, il Varese si affaccia sul domani sporgendosi da due finestre che offrono punti di osservazione differenti. Uno realista, pratico, ancorato al vissuto quotidiano; l’altro proteso in avanti, perché occorre giocare anche d’anticipo per fare le cose per bene.
Prima visione, quella della squadra e dell’allenatore: nessuno pensi di aver già vinto il campionato pur avendo girato con 11 punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrici. Per la verità non c’è pericolo che lo spogliatoio lo faccia, almeno a giudicare dalla grinta e dalla fermezza con cui Giuliano Melosi tiene il gruppo sul pezzo. Il solito discorso: finché l’aritmetica non emetterà il suo verdetto tutto potrà succedere. Certo è che i numeri della regina d’inverno di Eccellenza non lasciano molte speranze a chi sta dietro. La capolista è imbattuta, ha vinto 12 partite pareggiando le altre 3, vanta il miglior attacco del campionato con 36 gol realizzati e la difesa meno perforata con sole 6 reti subite. Significa che i biancorossi viaggiano ad una media superiore ai 2 punti e mezzo a partita, segnano quasi 2,5 gol per ogni match e ne prendono uno ogni tre gare scarse. Cifre da dominio assoluto. Dietro non c’è stata una squadra capace di rimanere in scia. L’Arconatese doveva essere la grande rivale ma ha perso colpi cammin facendo: troppe 5 sconfitte per poter dar fastidio al Varese. Il Legnano, altra grande piazza del girone, ha stentato in avvio e non è più riuscito ad avvicinarsi, anche perché la truppa biancorossa non ha rallentato quasi mai.
Altro risvolto a favore di chi sta comandando: l’acquisto di Piraccini per l’attacco ed il recupero di Gazo per il centrocampo rappresentano due rinforzi robusti che inspessiscono ulteriormente la consistenza dell’organico. Al netto dell’imprevedibilità del calcio, insomma, il Varese è a buon punto per arrivare al traguardo della D con buon anticipo rispetto al termine della stagione.
La società sa tutto ciò e sta lavorando di conseguenza (eccoci alla seconda visione). Sta già pensando, cioè, alla prossima stagione. Agli innesti che serviranno, agli investimenti che saranno necessari. Il responsabile dell’area tecnica Enzo Rosa, pur con le dovute cautele, si è già espresso a riguardo durante la presentazione di Luca Piraccini. Ha spiegato che l’attaccante ex Borgosesia è stato acquisito non soltanto per il presente ma anche per il futuro. Ha definito l’attuale rosa «già strutturata in maniera importante per l’eventuale prossimo campionato di serie D». Gli ingenti sforzi economici fatti quest’anno per (stra)vincere il campionato di Eccellenza, insomma, sono serviti ad edificare un’ossatura in grado di reggere l’urto anche della categoria superiore. Non a caso, l’auspicio di Rosa, è che nella prossima estate «serviranno soltanto alcuni ritocchi». In effetti nell’organico attuale abbondano le pedine potenzialmente da campionato superiore, sia tra i giocatori collaudati sia tra i giovani. E comunque, parole del direttore sportivo Giorgio Scapini, «stiamo monitorando diversi ragazzi che giocano in D e nel campionato Primavera».
Insomma, il Varese vorrebbe chiudere prima possibile il discorso Eccellenza per aprire con decisione quello più stuzzicante della categoria superiore. Dopo aver messo tanti soldi sul piatto per azzerare i rischi nell’annata della ripartenza, però, l’orientamento è quello di calibrare le spese evitando esborsi spropositati. Se serie D sarà, insomma, sarà ambiziosa ma non costruita buttando il denaro. Del resto, una priorità evidenziata all’inizio del nuovo corso era quella di puntare ad un progetto in grado di reggere a lungo. E per riuscirci, va da sé, la sostenibilità economica rappresenta una prerogativa imprescindibile.