«Lavoro ben fatto», ha commentato Sua Altezza, cioè il principe Vittorio Emanuele dalla sua casa di Ginevra, dopo aver letto l’edizione della Prealpina in cui l’avvocato bustese e senatore del Regno Santino Giorgio Slongo difendeva le ragioni della Monarchia e cercava di aprire un dibattito nel proprio territorio per rivalutare non solo la figura dei regnanti, ma anche i contestati comportamenti tenuti dai Savoia durante l’ascesa fascista.
Una difesa d’ufficio che al monarca è piaciuta parecchio, per i contenuti e per lo stile, compiacendosi per questo sforzo in una battaglia non certo facile da portare avanti. L’occasione per confrontarsi sugli sviluppi bustocchi della questione è stata dunque una colazione amichevole fra Slongo e Vittorio Emanuele, tenuta anche per approfondire gli ultimi sviluppi presi dal confronto. Perché il Re ha potuto anche visionare la risposta - stavolta in chiave repubblicana - inviata al nostro giornale dal senatore Gian Pietro Rossi.
«Una lettera garbata, urbana, interessante, per cui lo ringrazio di cuore», commenta lo stesso Slongo.
«La mia volontà di lanciare un dibattito storico-culturale su quel periodo ha almeno aperto una breccia, consentendomi di argomentare le ragioni per cui c’è bisogno di ristabilire la verità dei fatti. Apprezzo che Rossi si sia battuto in parlamento per il ritorno delle spoglie reali in Italia, firmando una petizione. Viceversa sono d’accordo con lui sul fatto che le leggi razziali non andassero firmate, parlando di valori non negoziabili, ma la storia non è proprio quella semplicistica che viene raccontata. Perché delle opposizioni da Vittorio Emanuele III ci furono, oltretutto in un momento storico in cui ricevette pressioni e neppure il Vaticano fece una ferma opposizione ai provvedimenti».
Semmai, a dividere in maniera marcata le posizioni, c’è altro. Come quando Rossi sostiene di preferire una forma di Stato che parta dal basso «perché anche la Monarchia - ribatte Slongo - sta vicina al suo popolo». Una difesa arcigna, insomma, che tanto è piaciuta al principe.