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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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«Vado a morire in Svizzera»

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«Vado a morire in Svizzera»

Ha deciso di andare a morire in Svizzera, a Berna, prima che il tumore la divorasse tra indicibili sofferenze. È la scelta che Monique Velati, 59 anni, ex infermiera dell’ospedale di Arona e poi volontaria dell’associazione “La Scintilla ” che si occupa di malati terminali nell’Asl Novara. Una scelta coerente con le sue lunghe battaglie in favore dell’eutanasia con il partito radicale di cui è stata per anni un esponente locale. Lo ha spiegato lei stessa in una lunga intervista a “il Fatto Quotidiano”: «Ho scoperto di avere un tumore aggressivo con metastasi dappertutto. Con la chemioterapia mi restava da vivere da uno a tre anni al massimo, senza da uno a tre mesi. Non ho paura della morte, ma della sofferenza e di un dolore inutile» Monique, non sposata e senza figli, ha deciso. Ha organizzato una “festa d’addio” con dolore e malinconia (ma ci sono stati anche momenti divertenti con tanto di karaoke) nel bar vicino alla sua casa a Borgomanero dove abita da alcuni anni, e poi è partita per la Svizzera. Il costo dell’ «operazione buona morte» è di 12mila euro.

«Sono una infermiera - ha dichiarato Monique - E mi sono occupata tanto anche dei malati terminali, all’Adi come alla Terapia Antalgica e in precedenza al pronto soccorso e in ginecologia. Da trent’anni sono militante radicale. La battaglia per l’aborto mi costò il posto in reparto».

Velati ha ricevuto un videomessaggio da parte di Emma Bonino e la visita del radicale Marco Cappai.

«Ho voluto questa intervista per sollevare di nuovo il problema in Italia. Vorrei che la gente ne parlasse perché una legge in Italia giace in parlamento da anni». Paolo Lo Giudice, direttore del distretto di Arona dove Monique lavorava all’ADI (assistenza domiciliare integrata) dice: «La ricordo attiva e premurosa nei confronti dei pazienti e delle loro esigenze. La sua scelta? Difficile commentare come medico. Ho visto recentemente un servizio televisivo sui centri che danno la morte assistita in Canton Ticino a Lugano e nei dintorni, Sono rimasto un po’ sconcertato, ma le scelte sono personali e bisogna rispettarle»


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