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«Troppi segreti su Pedemontana»

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«Troppi segreti su Pedemontana»

Gli aumenti tariffari dell’1 per cento del pedaggio di Autostrada Pedemontana lombarda sono solo la punta dell’iceberg dei problemi del nuovo collegamento. Dario Balotta, responsabile regionale dei trasporti per Legambiente e presidente di Onlit (osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti) che già aveva lanciato l’allarme sugli incrementi a distanza di due mesi dall’entrata in vigore del pedaggio, torna sul tema.

Balotta, è da anni che dice che Pedemontana così non va. Cosa suggerisce?

«Prima di tutto sarebbe il caso di rendere pubblici i conti di questa nuova autostrada regionale costruita al 30 per cento ma con l’80 per cento di denaro pubblico. Ci sono troppi atti, compreso il Piano economico finanziario, secretati: in un Paese normale è inaccettabile. Dato che si continuano a chiedere soldi pubblici e vediamo che il project financing non funziona, bisogna avere il coraggio di pubblicare i conti».

Sul meccanismo dell’aumento dei pedaggi lei continua a insistere.

«Pensiamo all’Autolaghi, gli investimenti sono stati ammortizzati da tempo, discorso diverso è per Pedemontana che invece deve essere ripagata. Le amministrazioni locali di Como e Varese le vorrebbero usare gratis: le nuove costosissime autostrade non si ripagano perché vuote, quelle vecchie, già ampiamente pagate, fanno extraprofitti. Un paradosso a cui dovrebbe mettere ordine l’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Pedemontana come Tem e Brebemi tengono lontani gli utenti: ma il problema non è far pagare o no. Il problema è che il loro pedaggio costa il doppio delle altre tariffe; tuttavia la logica del non vogliamo pagare non sta in piedi».

Torniamo alla ricetta Balotta?

«Il progetto di Pedemontana va rivisto e ridimensionato perché continuare a battere cassa a Roma non è una soluzione. Vanno rivisti i modelli di sviluppo: una strada non cambia il mondo, non c’è un rapporto diretto fra velocità e sviluppo, la competitività di un territorio non dipende dalla velocità con cui mi sposto».

Il governatore Maroni ha detto che Legambiente gli sta simpatica. Avete fatto pace?

«Ha detto così perché siamo accomunati dalla radice “lega”. Se gli sto simpatico non lo so e forse inizio a preoccuparmi. Però gli chiederei di riflettere davvero su una svolta sostenibile della Lombardia».


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