Dopo averle viste pubblicate sull’edizione di mercoledì 27 gennaio della Prealpina, il sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano, Carmen Manfredda, ha presentato formale richiesta di acquisire agli atti le due fotografie scattate sul colle del Sestriere tra il 2 e il 5 gennaio del 1987.
Così, giovedì 28 gennaio, tramite i funzionari della Squadra Mobile di Varese, il magistrato, che non ha ancora ricevuto una risposta dal gip varesino Anna Giorgetti riguardo la propria richiesta di incidente probatorio, si è messa in contatto con l’autore di quelle due immagini, Giuseppe Spertini, florovivaista di Laveno Mombello di 49 anni.
Premesso che quest’ultimo non ricorda il giorno esatto in cui furono scattate, l’unica cosa certa è che gli scatti in questione furono effettuati durante la vacanza di Gioventù Studentesca a Pragelato.
Una vacanza riservata ai giovani delle scuole secondarie superiori, iniziata il primo dell’anno del 1987 e conclusasi il 6 gennaio, alla quale il 48enne di Brebbia Stefano Binda, sottoposto a carcerazione preventiva da quattordici giorni con l’accusa di aver stuprato e poi ucciso Lidia Macchi, sostiene di aver partecipato. Tuttavia, l’alibi non troverebbe riscontro tra le decine di partecipanti di quella vacanza sulla neve “contattati” dalla Procura Generale negli scorsi mesi.
Come riporta anche l’ordinanza del gip Giorgetti, un solo testimone ha affermato di ricordare Binda in quella vacanza: «Stefano, come lui, non sciava e passavano la mattina assieme aspettando il rientro degli altri sulle piste di sci», ha dichiarato agli uomini della Mobile di Varese. Va però detto che lo stesso supertestimone, anch’esso intervistato dal nostro giornale, ha indicato come presente un’amica che, invece, sentita a sommarie informazioni, ha assicurato di non essere stata presente a Pragelato in quei giorni. Dunque, non è escluso che il supertestimone possa perciò aver «sovrapposto ricordi tra vacanze fatte in anni diversi».
A detta dell’accusa, poi, nessuno tra i ragazzi partecipanti alla settimana bianca piemontese ricorda di aver viaggiato in pullman, tanto all’andata come al ritorno, con Stefano Binda, all’epoca militante di Comunione e Liberazione. Da qui l’importanza di quelle foto. E non è detto che non ne possano saltare fuori altre.
«Ho letto sul giornale di quella vacanza, che fu l’ultima ma non l’unica di Comunione e Liberazione a cui partecipai con i miei amici dell’oratorio e ho letto dell’importanza che ha nell’ambito della vicenda e delle indagini - ha raccontato Spertini (che non è stato interrogato nel 1987 e nemmeno oggi, ndr)-. Premetto che io non conoscevo allora Binda e non l’ho nemmeno conosciuto in seguito. Quindi non sono in grado di dire se ci sia o meno in queste fotografie. Posso dire che tra quelle che ho ritrovato in queste due ci sono ragazzi che non riconosco più, altri partecipanti alla vacanza con cui di sicuro avevo legato in quei giorni, altrimenti non li avrei fotografati. Per questo, possono essere forse utili alle indagini».