La sua missione era semplice e soprattutto innocua: doveva prendere la Gioeubia preparata per la festa ed esposta nelle ore precedenti all’oratorio di San Giuseppe, quindi raggiungere la zona boschiva fra via Savona e via Dei Sassi che storicamente ospita il falò e a quel punto allestire la zona del rogo, dove un’oretta dopo sarebbero confluite centinaia di persone a celebrare il tradizionale rito dell’ultimo giovedì di gennaio.
Invece quella banalissima operazione si è trasformata in un bizzarro incubo per il volontario del rione che, con il pupazzo tra le braccia, si è introdotto nel boschetto a due passi dall’ospedale.
Infatti qualcuno (non si sa se per scherzo o perché allarmato seriamente dalla scena notata) lo ha visto infilarsi nella radura con in braccio quella sagoma dalle sembianze femminili e ha pensato che stesse facendo qualcosa di grave, addirittura che stesse per occultare un cadavere.
Tant’è che, in pochi istanti, l’uomo si è ritrovato nel mezzo del finimondo, con la polizia giustamente accorsa a verificare se davvero si fosse appena consumato un delitto e addirittura con l’ambulanza della Croce Rossa giunta a sirene spiegate per soccorrere la “vecchina”.
Certo non c’è voluto molto all’uomo per spiegare che tutto quel can can era ingiustificato,ma lo spavento è stato ovviamente tanto.