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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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«Biggiogero mente: assolveteli»

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«Biggiogero mente: assolveteli»

Quasi sei ore passate a snocciolare date, orari, testimonianze, perizie, sentenze: a dare fuoco alle polveri della difesa - chiamata a smontare quello che lui stesso ha definito come «il film del pestaggio girato da Lucia Uva» - è stato l’avvocato Duilio Mancini, il più giovane nel pool di legali che assiste due carabinieri e sei poliziotti a processo per la morte di Giuseppe Uva, il quarantatreenne deceduto nel giugno del 2008 in ospedale dopo un passaggio nella caserma dell’Arma per un piccolo atto vandalico. L’avvocato Mancini ha presentato alla Corte d’Assise del Tribunale di Varese presieduta da Vito Piglionica un lavoro certosino, esponendo decine di pagine che hanno trattato punto per punto non solo i passaggi cardine di questo procedimento penale per omicidio preterintenzionale, arresto illegale, abuso di autorità su arrestato e abbandono di incapace, ma anche tutte le questioni apparentemente secondarie che negli anni hanno fatto capolino in questa vicenda. E alla fine ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati e per tutti i reati ipotizzati. La sua lunga e articolata arringa si è aperta con una serie di passaggi volti a dimostrare l’inattendibilità di colui che è sempre stato considerato come il “teste chiave” del processo: quell’Alberto Biggiogero, amico di Uva, che trascorse con lui la serata e insieme a lui fu portato nella caserma di via Saffi. Mancini ha parlato di «una colossale invenzione montata ad arte, in cui Biggiogero nel tempo ha reso dichiarazioni incredibili e inattendibili».

Articolo completo sulla Prealpina di sabato 13 febbraio.


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