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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Sanremo canta... varesino

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Sanremo canta... varesino

Francesco Gabbani, l’eliminato per caso, ha vinto il girone Giovani del Festival di Sanremo. Amen è la canzone scritta dall’artista varesino Fabio Ilacqua pittore, scultore, musicista, cantante, scrittore che abita a Fogliaro e che ha portato il giovane carrarese alla vittoria, davanti a Chiara Dello Iacovo, Ermal Meta e Mahmood. A Miele, che giovedì 11 febbraio era stata illusa di aver sconfitto proprio Gabbani, è rimasta la consolazione di aprire la serata che ha decretato i nomi dei cinque Big a rischio eliminazione (uno dei quali sarà ripescato dal televoto e annunciato sabato 13 febbraio): Zero Assoluto, Dear Jack, Neffa, Bluvertigo e Irene Fornaciari.

Fabio, proprio la sera di venerdì 12 febbrio, un’ora prima della competizione sanremese finita in gloria, ha rilasciato un’intervista al nostro Diego Pisati.
«Francesco ed io eravamo già più che soddisfatti per essere arrivati al Festival con un brano in cui crediamo molto, lontano dal classico motivo sanremese. Scoprire di approdare in finale poco dopo aver creduto di essere stati eliminati è stato ovviamente motivo di gioia. Poi la vittoria e il Premio della Critica; incredibile».

Dietro il piccolo giallo di Sanremo, unica “scheggia impazzita” del secondo Festival condotto dal “normalizzatore” Carlo Conti c’è un varesino. Di Fabio Ilacqua infatti il testo di “Amen” il brano portato in gara da Francesco Gabbani che giovedì è stato contrapposto a “Mentre ti parlo” di Miele. Sul palco dell’Ariston vincente della sfida a due è stata dapprima proclamata la cantautrice; verdetto risultato poi viziato da un errore nel conteggio dei voti e dunque ribaltato aprendo le porte della finale (e della doppia vittoria) a Gabbani. Con un brano che fa parte dell’album “Eternamente ora” uscito proprio venerdì 12 febbraio per la BMG. Un disco che riguarda molto da vicino l’autore varesino.

«Sono presente con una mia canzone, Per una vita, e altre firmate a più mani».

Tra “trafficanti d’organi”, “poveri di spirito”, “avanti popolo” e “la messa è finita”, il vostro “Amen” non è esattamente un pezzo innocuo.

«E non voleva esserlo. Benché mi sforzi di ascoltare tutto, di ampliare gli orizzonti, quando scrivo sento l’influenza, che giudico positiva, della mia formazione, frutto di ascolto della canzone d’autore, dei Maestri, Fabrizio De André su tutti. La grande scommessa era quella di accompagnare un testo non leggero con una musica al contrario leggera. Gabbani gli ha confezionato un ritmo vivace, ballerino; è stato bravissimo».

Era presente al concerto di Cristiano De Andrè al Teatro di Varese?

«No, abito e lavoro a Fogliaro, un’oasi di pace in cui c’è il mio studio; qui ho scritto le canzoni, compresa quella a Sanremo. Non sono un frequentatore della città. Ci vado solo per comprare libri; prendo il pullman, vado in libreria e una volta uscito riprendo il pullman e torno a casa».

Al suo attivo può vantare una vittoria al Musicultura Festival con tanto di vittoria ed esibizione allo Sferisterio di Macerata.

«Correva l’anno 2007, tempi lontani quasi quanto quelli dell’Artistico, al Frattini. Sì, arrivai tra i quattro vincitori con il brano “Città Giardino” che parla di Varese, di San Fermo. Fu un bel momento ma non la svolta che speravo. Che sia arrivata ora che ho 40 anni? Le canzoni nel cassetto e nella mente non mi mancano. Grazie a comuni amicizie milanesi ho conosciuto Francesco, abbiamo scoperto affinità importanti e lavorato insieme. Grazie a lui ho conosciuto la sua bella città, Carrara. E ora Sanremo? Volentieri anche se mi spiace lasciare Fogliaro».

Altri servizi sulla Prealpina di domenica 14 febbraio.


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