Una pazza idea: un ascensore che colleghi corso Matteotti a piazza Soldini, evitando così agli anziani di salire e scendere le rampe di cinquanta scalini che collegano il rione Insù col rione Ingiò. La proposta aveva suscitato un acceso dibattito anni fa, quando addirittura l’Università Carlo Cattaneo Liuc aveva fornito un progetto, ma poi era caduta nel vuoto. A rispolverarla in consiglio comunale è stato il consigliere del Pd Gianni Bettoni, che ha domandato se non fosse il caso di prevedere l’ascensore fra le opere da far realizzare nel quadro del piano di recupero degli edifici dismessi tra il corso Matteotti, la via Colombo e la via Cantoni. Insomma, il progetto poteva essere arricchito col montacarichi. Ebbene, l’amministrazione ha replicato che sarebbe stato chiedere troppo agli operatori, che già devono sostenere non poche spese e versare parecchi oneri: il costo che richiederebbe l’installazione di un ascensore capiente, che possa trasportare più persone, sarebbe infatti elevato. Di certo non si può far tornare in auge la questione senza parlarne col consigliere di Impegno per la Città Maria Grazia Ponti, che nel 2008 aveva presentato un emendamento al bilancio che chiedeva proprio l’ascensore. Un’idea compresa nel programma elettorale della sua lista quando era diventata sindaco, «ma in un anno e mezzo, prima di decadere, non abbiamo avuto il tempo di concretizzarla», ricorda. Ponti spiega che le finalità di quella proposta sono tutt’ora valide: «Sono fermamente convinta dell’utilità di un montacarichi che colleghi i due rioni, un’esigenza che in questi anni non è venuta meno: anzi, si è rafforzata perché sono sempre più numerosi gli anziani e i portatori di handicap che faticano a scendere le scale o a percorrere la rampa della Costalunga».
Già, ma vogliamo parlare dei costi? «Francamente non credo che sarebbero alti, tanto che potrebbero essere benissimo sborsati dal Comune anziché aspettare di coinvolgere qualche privato. Sono certa che, se si affronta il tema con oculatezza e ragionevolezza, si potrebbe far installare l’ascensore in tempi brevi e a basso costo: lo scopo sociale è indiscutibile, dunque perché non farlo?».