Al termine di una partita del Varese calcio, nel maggio di qualche anno fa, fece il gesto delle corna (e gridò anche «cornuti!», per non lasciare dubbi sulle sue intenzioni) rivolto a due poliziotti. Per questo un tifoso toscano è finito sotto processo per ingiuria davanti al giudice monocratico di Varese Orazio Muscato. Giovedì 25 l’udienza conclusiva: il tifoso è stato interrogato in aula e ha spiegato che quel gesto e quel grido non erano indirizzati ai poliziotti ma agli ultras della squadra avversaria. Una giustificazione credibile? Pare proprio di no, perché il giudice, dopo una breve camera di consiglio, ha assolto l’imputato con la formula, introdotta di recente, della “particolare tenuità del fatto”, ma subito dopo l’ha ammonito, ricordandogli che questo “bonus” vale una volta sola. E quindi il tifoso farà meglio in futuro a controllare meglio le sue mani e la sua lingua, soprattutto in presenza delle forze dell’ordine.
Il giovane toscano ha spiegato in aula che dopo una partita svoltasi tranquillamente si era incamminato verso un pullman in compagnia di altri tifosi della sua squadra, camminando al centro della strada. E che a un certo punto si era innervosito per gli “sfottò” dei supporter del Varese. Risultato: a suo dire, aveva fatto effettivamente il gesto delle corna e gridato «cornuti!», ma il suo bersaglio non sarebbero stati i poliziotti a bordo strada, sul marciapiede, ma altri tifosi alle spalle degli agenti. Inoltre, una volta che era stato fermato e identificato, si sarebbe scusato.
Peccato però che la ricostruzione dei due poliziotti sia stata diametralmente opposta e ritenuta evidentemente più credibile: alle loro spalle non c’era nessuno e l’ingiuria era chiaramente rivolta a loro. Al termine della sua requisitoria il pm Monica Crespi aveva chiesto la condanna dell’imputato a un mese e dieci giorni di carcere.