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«Treni ai limiti della sicurezza»

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«Treni ai limiti della sicurezza»

Treno strapieno. Nessuna possibilità di salire alla stazione Nord di Busto Arsizio, quando si è ancora a metà tratta, sulla linea Novara Nord-Milano Cadorna. La disavventura dell’altro giorno spinge a riflettere sui disagi che i pendolari affrontano quotidianamente. Ed è proprio il Comitato nato a Busto per la vicenda Malpensa Express a dipingere un quadro preoccupante.

«Sulla linea di Novara si verificano endemicamente problemi di sovraffollamento - spiega il portavoce Amedeo Cocca -. L’utenza è notevole eppure Trenord ha sempre dedicato convogli vecchi o troppo corti. Noi l’abbiamo sottolineato più volte. Per anni ci hanno parlato di carenza di materiali, ma quando protestavamo per il Malpensa Express la Regione ha ipotizzato un allungamento dei treni: di fatto non lo si è visto. Adesso, col M-E il quadro è migliorato ma anche quella linea rimane sotto stress: le composizioni normali sono strapiene; se mandano convogli ridotti, si va al collasso».

I pendolari rimarcano che negli orari di punta «spesso si viaggia ben al di là dei limiti di sicurezza della portata dei convogli».

«Se dovesse succedere qualcosa, piangerebbero tutti lacrime di coccodrillo e farebbero il solito scaricabarile - continua Cocca -. Il rischio è concreto con treni così sovraffollati e poi non vengono fatti stress test adeguati. Prendo il treno da 30 anni, ne ho 43: ho sempre viaggiato al limite della sopravvivenza. I vagoni sono stipati da decenni, non cambia nulla salvo il fatto che l’utenza è aumentata per motivi economici, tra Area C, costi dell’Autostrada e del carburante. Il treno è il mezzo migliore ed è pure ecologico ma se non sali vuol dire che la situazione è al collasso. Tra l’altro non so con che coraggio abbiano fatto partire il treno in quelle condizioni. Lo dico anche per il capotreno, che ha delle responsabilità».

L’affollamento frena il passaggio dei controllori: «La fisica lo impedisce - precisa Cocca - e in compressione totale è lecito pure mandare a stendere chi passa». Così si incentivano comportamenti scorretti?

«Se scendi a Milano ci sono i tornelli e devi timbrare, ma alle stazioni intermedie c’è chi sale, scende poco più avanti e non paga».

Da Trenord spiegano che il treno 1224 che parte da Novara alle 7.41 e arriva a Busto alle 8.08, come il 226, a Busto alle 8.38, hanno composizioni regolari a doppio piano da 800 posti, come prevede il contratto di servizio. I posti a sedere sono meno di 500.

«Tutte le carrozze disponibili sono messe in servizio - chiarisce la società -. Per qualche giorno, il 322 (a Busto Arsizio alle 7.38) viaggia con cinque carrozze invece di sei per esigenze di manutenzione ordinaria. Una ha superato il chilometraggio previsto ed è in revisione. Tutti gli stabilimenti Trenord lavorano a pieno regime per reintrodurre carrozze, è un adempimento di legge».

Insomma, non sono previste novità né aumenti di carrozze, anche se i ragionamenti sono in corso.

«Se prendo il primissimo treno il posto lo trovo, se salgo alle 7,53 o alle 8,53 è impossibile - racconta la senatrice Laura Bignami, che utilizza spesso i treni -. Voglio entrare in contatto con i Comitati per capire se si possa fare qualcosa. Conduco battaglie su altri fronti, in particolare disabili e scuola, ma credo che si debba riflettere con attenzione su quanto avviene. Fra l’altro più persone non hanno nemmeno il biglietto, perché i controllori non si vedono e non si avverte la presenza del personale».

I guai, intanto, riguardano diverse linee. Sulla S6, Vittuone-Milano Repubblica, il Comitato apposito lamenta con Gabriella Allemani che «due treni al mattino e due la sera erano stati portati a otto carrozze, ma il 18.14, uno dei più frequentati, viaggia da due settimane con 5-6 carrozze al massimo. Un disastro. Scriviamo a Trenord e alla Regione ma non ci rispondono nemmeno».

Con altri Comitati sta per partire un comunicato congiunto, per chiedere di «ripristinare quanto concordato un anno fa ai tavoli territoriali».


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