Era da tempo che Claudio Foresti non stava bene. Tant’è che il 24 giugno dell’anno scorso, durante la festa del patrono che proponeva anche quel Premio della Bontà che per anni proprio lui aveva condotto e reso grande, gli amici della Filodrammatica cittadina “Paolo Ferrari” decisero all’unanimità di consegnargli il riconoscimento.
Fu un ultimo atto d’affetto che - oggi che Claudio non c’è più - commuove e si mescola alle lacrime dei tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato, per quel suo impegno infaticabile votato all’arte, alla difesa delle tradizioni cittadine e alla generosità.
Foresti, d’altronde, è stato uno dei tanti figli prediletti di una Busto operosa, discreta, attenta al sociale e sempre proiettata al bene. Che lui faceva di nascosto, in maniera incessante, ma che una volta all’anno - appunto nella Giornata del Ringraziamento - lo portava a celebrare i testimoni della dedizione per il prossimo, inserendo una parentesi buona nella celebrazione ufficiale delle civiche benemerenze.
L’impegno che lo ha reso più noto ai concittadini e che ne ha qualificato le caratteristiche personali e l’acume è stato proprio quello nella Filodrammatica Ferrari, condotta in piena forma oltre il secolo di vita. Una realtà che Claudio, nato nel 1940, imparò ad amare fin da bambino, ispirandosi a papà e zio che - giunti in città da Bergamo - sposarono subito la causa del palcoscenico.
Servizio sulla Prealpina di giovedì 10 marzo.