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Diffamazione, Polita a processo

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Diffamazione, Polita a processo

L’accusa è di diffamazione tramite posta elettronica, quindi l’invio di una mail a più persone. Alla sbarra, l’imprenditore Sandro Polita; parte offesa il sindaco di Varese Attilio Fontana. Il processo - con citazione diretta - si aprirà il 4 aprile dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Varese.

I fatti si riferiscono al 9 dicembre del 2014 quando, stando alla denuncia e quindi agli accertamenti svolti dalla Procura, Polita inoltrò al sindaco e ad altri soggetti, tra cui avvocati, una e-mail ritenuta da Fontana e dal Comune offensiva nei contenuti. In particolare, stando sempre al capo d’imputazione, l’imprenditore avrebbe fatto allusioni, peraltro generiche, ad attività illecite svolte appunto dal primo cittadino di Varese nella sua veste istituzionale e riferite anche alla realizzazione di opere pubbliche. Ebbene, in queste esternazioni, circolate appunto su posta elettronica, Fontana e quindi il Comune hanno ravvisato gli estremi di un reato e nello specifico quello di diffamazione. Di qui la denuncia. E ora il processo. L’udienza sarà appunto il primo lunedì di aprile. La questione è stata esaminata in questi giorni dalla giunta comunale per decidere la costituzione di parte civile in giudizio, con eventuale richiesta di risarcimento del danno a carico dell’imputato.

L’esecutivo di Palazzo Estense ha detto sì. Sarà il sindaco a costituirsi parte offesa, sostenendo a proprie spese la rappresentanza attraverso un legale, l’avvocato Gianfranco Orelli. I rapporti tra Polita, amministratore delegato della società il Gigante all’epoca della costruzione dell’hotel di Capolago, e Palazzo Estense si erano incrinati proprio da lì, dall’opera costruita in occasione dei Mondiali di ciclismo del 2008. C’era stata, da parte dell’imprenditore, una esternazione critica nei confronti del Comune, accusato di non assicurare a tutti gli operatori lo stesso trattamento. In questo contesto di “acredine” si sarebbe poi inserita, oltre un anno fa, la e-mail che sarebbe arrivata sia a Fontana, sia ad altri soggetti esterni all’amministrazione. E sui contenuti di questa verte ora il procedimento per diffamazione.


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