Quantcast
Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
Viewing all articles
Browse latest Browse all 31139

Il gran rifiuto di Uto Ughi

$
0
0

Il gran rifiuto di Uto Ughi

All’associazione bustocca che gli ha chiesto la disponibilità ad esibirsi nei prossimi mesi, in una serata-evento utile a richiamare tanto pubblico e a permettere all’ente socio-culturale di farsi conoscere con una proposta di alto livello artistico, ha dato massima disponibilità. Per Uto Ughi nessun problema a prestare un po’ della sua arte all’ente. Per il suo management - che cura anche l’aspetto economico del concerto - non ci sono ostative di sorta per concordare un cachet accettabile da entrambe le parti in trattativa.

Però, in realtà, una condizione inderogabile esiste: «Il maestro suona per voi ma non a Busto». In pratica il figlio più famoso della città, ha posto un solo ma (simbolicamente) pesantissimo limite ai suoi interlocutori: lo possono portare a suonare a Gallarate, a Varese, a Tradate o a Verghera. Se la sala è consona alle sue note, andrebbero bene anche Vizzola Ticino o Arsago Seprio. Ma a Busto - nella sua Busto - assolutamente no.

Non sono insomma affatto guarite le ferite che si erano aperte diversi anni fa, quando Ughi dichiarò la sua disaffezione per la città bustocca, a causa di un mancato coinvolgimento nei progetti di valorizzazione della musica classica, dopo che questo gli era stato prospettato nel concerto di Natale svolto in basilica di San Giovanni nel 2009, allorché deliziò più di mille persone (e molte non riuscirono a trovar posto) inforcando lo Stradivari con la solita straordinaria qualità.

Uno sdegno che il tempo non è riuscito ad ammorbidire, tant’è che ancora oggi il più grande violinista del mondo, chiamato a intervenire sul rapporto fra Busto e i suoi protagonisti eccellenti, è perentorio nel troncare ogni tipo di ragionamento: «Spiacente, ma non ho niente da commentare su questo aspetto. Non mi interessa, non per presunta superiorità, ma perché Busto non ha fatto nulla per la cultura in questi anni ed è sbagliato. Quindi è meglio lasciar cadere subito il discorso».

Rispetto al caso specifico, cioè a quel benestare condizionato all’esilio artistico per fare un’esibizione, lo stesso Ughi tronca subito la domanda: «Che volete che vi dica? Io faccio concerti in tutto il mondo, non ho nessuna voglia di farne dove non c’è interesse per fare vera cultura e dare valenza all’arte, specie legata alla musica classica. D’altronde è una storia che ormai risale a tanti anni fa, quando mi dissero che avrebbero sfruttato un mio evento per fare mirabilie e invece non è successo niente di niente di quanto mi venne prospettato. Quella delusione non mi è passata e ormai non mi passerà mai più». Ma il suo desiderio è anche quello di non alzare ulteriori polemiche personali: «Quello che dovevo dire , l’ho detto. Non è più il tempo di dare colpe a questo o a quello. Ripeto: sono stato deluso, però ciascuno è libero nella vita di fare quello che vuole e, di come gestiscono le cose nella città in cui sono nato, non me ne frega più niente. Anzi, non ne voglio neanche parlare».

Ed è inutile insistere sul tema col maestro: «Ora vi saluto, sto guidando e ci manca solo che per colpa di Busto Arsizio mi fermi la polizia e mi faccia una multa».


Viewing all articles
Browse latest Browse all 31139

Trending Articles