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Referendum da 200mila euro

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Referendum da 200mila euro

La somma è notevole, l’impegno di persone idem. Costerà oltre 200mila euro, alle casse di Palazzo Estense, l’appuntamento referendario di domenica 17 aprile.

Mercoledì 23 marzo, primo appuntamento per la scelta degli scrutatori. Una apposita commissione comunale valuterà i candidati. Ne servono 269 che verranno “pescati” dall’elenco presentato entro novembre dai cittadini. Bisogna nominare (ma lo faranno i presidenti) anche 85 segretari. Gli scrutatori percepiranno 104 euro, mentre i presidenti di seggio, che sono 90, 130 euro. I presidenti sono già stati nominati dalla Corte d’Appello, e in queste ore, da parte dei messi comunali, viene eseguita la notifica brevi manu.

La macchina organizzativa, che fa capo ai Servizi demografici diretti da Nicoletta Zucchi, prevede aspetti impensabili per chi non mastica la materia, dalla spesa per i collegamenti telefonici nel giorno della votazione per la raccolta dati (6mila euro senza Iva), all’allestimento dei tabelloni per la propaganda elettorale (oltre 14mila), dai costi per il pagamento di presidenti e scrutatori (47mila euro) al pagamento degli straordinari al personale comunale (oltre 95mila euro). E tanto, tanto altro.

Il 17 aprile, gli italiani e dunque i varesini saranno chiamati a esprimersi sul referendum che chiede di fermare le trivellazioni in mare, in particolare di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane. Se il referendum approverà l’abrogazione, le concessioni giungeranno alla scadenza prevista. A Varese si è formato il comitato provinciale “Vota sì per fermare le trivelle” (con sede in via Rainoldi), fondato da undici associazioni.


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