«Così non si può più andare avanti!».
Fabrizio Laudi, responsabile del Consorzio trasporto pubblici Insubria di cui Autolinee varesine è parte integrante, lancia l’allarme sullo stato di salute di questo fondamentale comparto di servizi.
Il riferimento è alla continua contrazione delle risorse a disposizione del trasporto pubblico locale: Laudi fa notare come sia «drammatico il rimpallo tra gli enti istituzionali, un continuo ping-pong, acuito magari dalla diversità di orientamento politico, sui trasferimenti dei fondi che verrebbero poi girati ai gestori del trasporto pubblico. In mezzo ci siamo noi, ci sono soprattutto gli utenti e i lavoratori del settore con le loro famiglie: qui si rischiano persino problemi occupazionali».
La stessa Unione delle province lombarde ha fatto chiaramente sapere che le singole amministrazioni potranno garantire la continuità del servizio degli autobus, nella migliore delle ipotesi, solo fino al 31 dicembre: da allora in poi dovrà invece essere la Regione a farsi carico di tutte le spese, perché la situazione finanziaria delle Province - Villa Recalcati non fa certo eccezione - è notoriamente drammatica.
Tuttavia, con le risorse attualmente stanziate, la soglia della sopravvivenza non sarà facilmente raggiungibile per il trasporto pubblico locale: Laudi ricorda come «qui in Lombardia ci sia un esempio di assoluta qualità e virtuosità come Atm a Milano, eppure in altre parti d’Italia si investono milioni per salvare aziende già fallite come la romana Atac o per ripianare i debiti dei gestori di Genova e di altre grandi città».
Passa quasi in secondo piano, dunque, la notizia della nascita di un’Agenzia del trasporto pubblico che unirà i bacini di Varese, Como e Lecco, sebbene sul tema il responsabile del Ctpi si senta di concordare almeno in parte con l’assessore comunale di Varese, Fabio Binelli: «Questo ente può essere utile per coordinare tutte le istituzioni locali, basti pensare che, a oggi, per le linee urbane di Varese il contratto si fa con l’Amministrazione comunale, per il Nord del Varesotto con la Provincia mentre il Sud è ancora in concessione regionale».
Si potrebbe dunque evitare uno spiacevole “spezzatino”, per quanto non manchino perplessità «per l’effettiva conoscenza che da Como, centro del nuovo ente, si potrà avere delle problematiche di Varese», conclude Laudi.
Il problema di fondo, però, è e resta quello del reperimento delle risorse: «La Regione deve battere un colpo. Noi non possiamo permetterci di ricaricare i nostri costi sempre e solo sugli utenti: siamo davvero a un passo dal patatrac». Che avrebbe ripercussioni inimmaginabili sui servizi ai cittadini: studenti e pendolari in prima linea.