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«Candidati, venite ai Miogni»

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«Candidati, venite ai Miogni»

Dopo i commenti dei candidati sindaco sulla casa circondariale dei Miogni, ecco l’intervento dei rappresentanti sindacali degli agenti di Polizia penitenziaria: «Vengano a vedere in che stato lavoriamo, quello che ci manca, quello che si può fare per la struttura e i detenuti - dice Marilena Gioia di Uilpa penitenziari - Siamo disposti a incontrare i candidati sindaco e a spiegare bene loro, facendo vedere la situazione, perché se non si toccano con mano le condizioni in cui sono i detenuti e lavorano gli agenti, è impossibile comprendere».

L’elenco di ciò che non va, e che viene denunciato dai sindacati, è lungo. E contempla purtroppo anche la presenza di ratti che scorrazzano nella sezione detentiva e che trovano strada facile, poiché sotto i Miogni scorre il Vellone.

Altra criticità è rappresentata dalla perdita di enorme quantità di acqua dall’impianto di riscaldamento. Secondo un conto nemmeno troppo empirico compiuto da chi opera all’interno del carcere, gli impianti sono un colabrodo nonostante gli interventi compiuti in passato, perché non risolutivi. E le parti delle tubature non sostituite e ammalorate non riescono a sopportare il carico. Le perdite per il riscaldamento sono aumentate e attualmente, secondo chi lavora in carcere, «siamo intorno ai 13.000 litri al giorno» e si pensa che la situazione vada avanti così almeno da novembre (prima la perdita era inferiore ai 10.000 litri giornalieri). Quindi si può stimare uno sperpero medio di acqua calda di almeno 1.980.000 litri («senza contare i mesi precedenti»). Come è noto, sono in arrivo circa 50mila euro per completare il ripristino dell’impianto di riscaldamento e la gara d’appalto è stata già espletata.

Anche gli agenti accasermati (sotto il comando di Alessandro Croci)nel perimetro dei Miogni, non se la passano bene sul fronte delle minime condizioni di accoglienza. Va ricordato, infatti, che «da circa due mesi» le docce al primo piano sono chiuse e gli agenti sono costretti a migrare di un piano e ad andare nella parte opposta dell’edificio o al piano superiore. Anche scale e corridoi della caserma sono al buio, così come lo è stato per lungo tempo l’ingresso della sezione detentiva. Ora le luci al neon sono state acquistate ma non sarebbero sufficienti e in alcuni punti si deve dunque lavorare e camminare in penombra.


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