Non c’è ancora una decisione del giudice delle indagini preliminari Anna Giorgetti sul caso dell’avvocatessa varesina di 55 anni indagata per truffa aggravata, falsità materiale commessa da privato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico e anche esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Decisione che riguarderà l’eventuale misura cautelare dell’interdizione temporanea dalla professione (per sei mesi) richiesta dal pubblico ministero Annalisa Palomba. Ma l’indagine della Digos della Questura di Varese intanto va avanti, e sembra proprio che i risultati siano destinati ad aggravare la posizione del legale. Indiscrezioni dicono infatti che grazie all’analisi dei documenti sequestrati nel corso di perquisizioni siano saltate fuori altre quattro vicende caratterizzate dalla presenza di atti falsificati. E altri due clienti avrebbero presentato altrettante denunce a carico dell’avvocatessa. Risultato: gli atti giudiziari contraffatti sarebbero raddoppiati (da quattro a otto), mentre i casi di truffa sarebbero diventati nove da sette che erano. Certo, come sempre le accuse di oggi dovranno trovare conferma nei processi di domani, e per l’avvocatessa come per chiunque vale la presunzione di innocenza, ma gli inquirenti hanno pochi dubbi. Al punto che ieri è stato lanciato un vero e proprio appello a farsi avanti rivolto ad altri clienti del legale convinti di aver vissuto esperienze poco chiare dal punto di vista del rapporto professionale.
Al momento l’avvocatessa è stata interrogata dal gip, e questo perché l’interdizione dalla professione è misura cautelare che viene adottata solo nel contraddittorio delle parti, ma la professionista, difesa dal collega Stefano Bruno, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.