Il fuoco di sabato notte ha sciolto gli ultimi dubbi sulla situazione attuale dalle parti dello scalo dei treni Fs. Ora non ci sono più alibi, la constatazione è una sola: piazza Volontari della Libertà è in mano ai disperati, in balia del sottobosco di emarginazione e difficoltà che ha trovato in quegli spazi - adesso più che mai - il nuovo approdo. Per tanti motivi, a partire dalla scelta di installare nel vecchio centro direzionale dell’Hupac il rifugio per i senzatetto.
Il problema è che, se gli undici ospiti della struttura lanciata dall’assessorato ai Servizi sociali sono tutto sommato controllati e assistiti, è tutt’attorno che è successo un disastro. Perché chi non ha trovato posto nella struttura, ha comunque deciso di sfruttarne i servizi (in particolare la mensa) installandosi nei paraggi. Ovvero nei vecchi e abbandonati magazzini, dove gli ingressi divelti aprono su giacigli di fortuna, casi di solitudine, abbandono e disperazione. C’è chi si è attrezzato addirittura costruendo una baracca che assomiglia a una vera casa, con foto di Gesù all’ingresso. Ed è proprio da quel legno che si sono sviluppate le fiamme che l’altra notte hanno richiamato quindici pompieri per domarle.
D’altronde, chi frequenta quest’angolo di difficoltà estrema, lo sa che molti degli esclusi dal rifugio vivono lì, che molti vanno alla ricerca di candele che la notte consentano di superare la mancanza di elettricità. Insomma, non è una sorpresa se in un attimo, laddove ci sono assi e materassi, si scatena l’inferno. Ed è positivo che nessuno si sia ustionato. In quelle baracche, o fra le mura diroccate, sono tornati anche i tossicodipendenti, col problema che le siringhe vengono lasciate ovunque nello spazio dell’ex-Hupac, addirittura sui davanzali del dormitorio. Insomma, il problema è serio, tanto che le forze dell’ordine lo stanno monitorando, ma si trovano a fare i conti col fatto che un intervento brutale non farebbe altro che creare tensioni e spostare il problema altrove.
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