Il piccolo Nizar è morto in conseguenza a un violento trauma cranico. Non sorprende l’esito dell’autopsia svolta su disposizione del pubblico ministero Nicola Rossato. C’erano pochi dubbi sulla causa del decesso, ma è pur vero che ogni altra ipotesi alternativa andava scartata. Ora i genitori del bambino potranno organizzare la traslazione della salma in Marocco, dove verrà celebrato il rito funebre secondo le tradizioni musulmane.
Nel frattempo le indagini proseguono nel più assoluto silenzio investigativo. Ma qualcosa trapela e ancora una volta mette in luce le discutibili condizioni di sicurezza dell’appartamento Aler di via Beato Angelico 42. Perché a quanto pare, sotto la finestra già di per sé bassa e pericolosa, c’è una specie di gradino, una soletta o comunque una sporgenza strutturale che avrebbe ulteriormente agevolato l’arrampicata del bambino. Quindi non soltanto una finestra ribassata per via del tetto mansardato, non solamente un’inferriata di settanta centimetri che sormonta un parapetto facilmente accessibile: ora si scopre l’esistenza di quella sorta di scalino.
Dagli inquirenti non trapelano al momento informazioni sugli eventuali indagati. Ma nel fascicolo per omicidio colposo potrebbero a breve essere iscritti alcuni nomi.
Di certo la Procura sta vagliando tutta la documentazione relativa alla progettazione e alla costruzione della palazzina di residenza popolare, in cui la famiglia Chraiki viveva da cinque anni con i due figli, Nizar e una sorella più grande. Da tempo Omar e Fatimaavevano segnalato i poggioli pericolosi. Avevano richiesto interventi, a quanto pare senza essere ascoltati. Così qualche giorno prima della tragedia - che risale a giovedì mattina - erano andati alla ricerca di un fabbro. Purtroppo i timori della mamma, che viveva balconi e finestre come un incubo, hanno preso forma prima che l’artigiano potesse eliminare quella trappola mortale.
Come ormai è noto, l’altra mattina Fatima aveva lasciato Nizar a dormire nella camera matrimoniale per andare in bagno. Rientrata nella stanza ha subito notato la finestra spalancata e il letto vuoto. Si è affacciata e ha visto suo figlio a terra, con il sangue fluire senza sosta. Ha urlato, si è precipitata in cortile per salvarlo, ma il bambino non reagiva. Quando il 118 è arrivato, i sanitari hanno iniziato una drammatica manovra rianimatoria durata oltre mezz’ora, ma non c’è stato nulla da fare. Trasportato in elisoccorso all’ospedale di Gallarate, il bambino è spirato poco dopo.