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Studenti in pigiama. Per protesta

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Studenti in pigiama. Per protesta

Cosa ci fanno due studenti, prossimi all’esame di maturità, lungo i corridoi della propria scuola in pigiama?

Risposta A: “Partecipano al saggio teatrale di fine anno.” Risposta B: “Si preparano a mettersi in posa per la foto di classe.”

Se avete scelto A siete completamente fuori strada e dimostrate di non avere fantasia. Se avete scelto B significa che di fantasia ne avete anche troppa. Però ci avete azzeccato. È accaduto nei giorni scorsi davanti agli occhi esterrefatti di Giovanni Ballarini, preside del liceo Manzoni. Davanti ai maturandi che, anziché andare a lezione, parevano mostrare nell’abito decisamente fuori contesto tutta l’intenzione di andarsene a dormire, s’è posto la domanda più normale dell’universo: fino a che punto è lecito accettare una tale manifestazione di goliardia?

Dal Consiglio di Istituto è giunta una risposta netta: no, non è lecito. Rappresentanti dei docenti e degli studenti ne hanno discusso per mezz’ora e, alla fine, pare che un punto d’incontro si sia trovato.

«Anche perché comportandosi in quel modo non si dimostra la necessaria maturità personale da parte di chi, fra pochi giorni, sarà chiamato a sostenere proprio l’esame conclusivo del ciclo di studi, ovvero la maturità» afferma il dirigente. Il quale assicura di non aver voluto premere sull’acceleratore, limitandosi invece a «consigliare ai ragazzi di vestire con maggior decenza, anche se si trattava di andare a fare una foto e non a seguire una lezione. Per quest’anno passi, ma episodi così sconvenienti non devono più ripetersi. Oltre tutto, per partecipare ad una semplice fotografia che richiedeva pochi minuti, si sono perse ore di insegnamento».

Pare che i due studenti che hanno scambiato il giorno per la notte non fossero nemmeno gli unici a trasgredire la regola, in una stravagante corsa al “diversamente vestiti” che non ha fatto altro che ingigantire un fatto in sé di minimo valore.

Così la mattina di martedì 31 maggio è scattata la protesta del “total black“, ovvero dei liceali (soprattutto ragazze, perché sono la maggioranza degli iscritti) dell’indirizzo linguistico, che si sono presentate a scuola vestite di nero. In segno di lutto, come dire che la democrazia è morta se non ci si può nemmeno vestire come pare e piace. E i social sono stati invasi dalle prese di posizione dei ragazzi.

«È stata una libera scelta di ognuno, nulla di trascendentale», «Il preside pensi piuttosto alle cose che non vanno», «Non vedo l’ora di uscire da questa scuola» e via di questo passo. Ma c’è stato anche chi, più saggiamente, ha invitato a calmare le acque: «Se posso dare un consiglio, direi di vestirsi in modo elegante ma non in altri modi, perché al Consiglio di istituto erano veramente furiosi».

Comunque adesso c’è da pensare agli esami di licenza che inizieranno fra sole tre settimane, e per allora sarà bene lasciare il pigiama a casa. Rimane una considerazione: quando, negli anni della contestazione, gli studenti scrivevano sui muri “La fantasia al potere“, forse intendevano un’altra cosa.


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