Trasferta criminale da dimenticare per un 29enne pregiudicato originario della provincia di Como. Giunto al mercatino dell’usato di via Garibaldi, per provare a rivendere una stampante-fotocopiatrice e un orologio di marca, entrambi in ottimo stato, il 4 maggio di un anno fa si ritrovò in manette al termine di un’indagine sprint della polizia con l’accusa - oltre che di ricettazione -, di furto aggravato. Contestazioni di reato che gli sono in seguito costate una condanna a otto mesi di reclusione (senza sospensione condizionale della pena) da parte del Tribunale di Varese, confermata ora dai giudici della prima Corte d’Appello di Milano.
Nei pressi del mercatino, L.M. la pessima pensata di introdursi in una lavanderia a gettone e di distruggere con un paio di calci ben assestati la vetrata di un distributore automatico di snack e bevande, da cui prelevò merce per poco meno di 20 euro «per sostenere le proprie impellenti necessità», giusto per dirla coi giudici della Corte d’Appello.
Richiamati sul posto dal titolare dell’esercizio, gli agenti visionarono a tempo di record i filmati dell’impianto installato all’interno della lavanderia e scoprirono che l’autore era un giovane che indossava felpa e jeans ed era riconoscibile da un taglio di capelli corti con la cresta. Il comasco aveva con sé un borsone contenente una stampante e un orologio. Tutta merce di cui non seppe giustificare la provenienza.