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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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'Trent'anni a Barberio'

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«Io la volevo mettere dentro un sacco...la chiudevo dentro la cameretta, già l’avevo pensato, la chiudevo dentro la cameretta...»: è l’agghiacciante passaggio di un’intercettazione ambientale captata in carcere, nel corso della quale Angelo Barberio spiega al fratello quali fossero i suoi originari progetti per eliminare il corpo della ex moglie Francesca Le Pera dopo averla uccisa. Di questo sono certi il pubblico ministero Nicola Rossato e l’avvocato di parte civile Giovanni Pignataro: l’omicidio era stato ampiamente premeditato, contrariamente a quanto sostenuto dal difensore Cesare Badolato durante la sua arringa, parlando di dolo di impeto. E per questo, al termine della requisitoria, il pm ha chiesto trent’anni di reclusione. Il gup Luisa Bovitutti ha rinviato la sentenza a fine ottobre, quando le parti avranno ancora la possibilità di replicare. All’inizio dell’udienza, Barberio ha depositato un memoriale, poche righe che avrebbe voluto leggere in aula ma che alla fine non ha avuto il coraggio di verbalizzare. «Chiedo perdono, ho sbagliato, ho distrutto la vita di tutti, la mia, quella di mia moglie e quella dei miei figli. Non so come abbia potuto farlo».

Eppure, stando almeno alla ricostruzione della procura, Barberio arrivò al 12 aprile 2015 con le idee piuttosto chiare.

Geloso all’ossessione della ex che da poco aveva una nuova relazione, convocò Francesca nell’abitazione di via Quarto dove un tempo la famiglia era stata felice. Il pretesto era un malore della figlia minore, che però dormiva in camera beatamente.

Appena la trentanovenne varcò la soglia di casa il muratore le saltò addosso con furia cieca, senza lasciarle via di scampo, incurante anche della possibilità che la figlia di 15 anni si accorgesse della mattanza. Accoltellò Francesca al torace, due colpi raggiunsero cuore, polmoni e aorta. La donna cercò di scansare i fendenti proteggendosi con le mani, non ci riuscì e si accasciò a terra priva ormai di forze. Poi il suo assassino afferrò la spranga per finirla. Barberio le fracassò la testa con almeno cinque mazzate, così violente da procurarle lo shock emorragico letale. Poi chiamò un parente in Calabria dicendogli «Ho fatto un casino, l’ho uccisa». Inscenò anche un tentativo di suicidio, raccontò che a sua volta la ex lo avrebbe colpito. Ma anche in questo caso lo smentiscono le intercettazioni.

 


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