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Zanzi sarà il vicesindaco

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Zanzi sarà il vicesindaco

Daniele Zanzi vicesindaco? Più di un’ipotesi, praticamente una certezza.

Lo prevede il patto sottoscritto dai leader del centrosinistra varesino all’inizio della campagna elettorale, lo autorizza il risultato ottenuto al primo turno dalla lista civica Varese 2.0, lo suggerisce l’esigenza di trovare equilibri stabili nella coalizione che da due giorni ha iniziato ad affrontare il nodo della composizione della giunta con il sindaco Davide Galimberti. Nessuna decisione è stata formalizzata al termine di una riunione considerata «interlocutoria», ma la designazione del numero due dell’esecutivo di Palazzo Estense appare una scelta «convinta» se non addirittura «obbligata». La politica, infatti, ha regole non scritte che devono essere rispettate ed è dunque altamente improbabile che il Partito democratico, partito a cui è iscritto Davide Galimberti, possa rivendicare oltre al sindaco anche il suo vice. Ragionamento esteso anche alla lista civica che porta il nome del primo cittadino. Di conseguenza la poltrona numero due dovrebbe essere assegnata al partner politico che per primo ha aderito al progetto del centrosinistra, poi risultato vincente alla prova delle urne: Varese 2.0, il comitato che ha “demolito” il parcheggio alla Prima Cappella, guidato dall’agronomo ora eletto in Consiglio comunale. «Pacta sunt servanda» è l’unico commento strappato a un colonnello democrat al termine della riunione di ieri, dedicata quasi interamente alla messa a punto della struttura dell’organo di governo che si insedierà a Palazzo Estense entro le prossime due settimane.

Unica certezza: il rispetto degli equilibri di genere. Gli assessori saranno nove: cinque uomini e quattro donne. Un assetto attorno a cui si moltiplicano voci e indiscrezioni, che potranno essere messe a tacere solo da Davide Galimberti, quando avrà ultimato il giro di consultazioni con «personalità esterne ai partiti» nel tentativo di rafforzare l’esecutivo con «competenze specifiche» che siano anche «segno eloquente di una reale apertura alla società varesina». Fin qui la strategia del neosindaco, che non potrà tuttavia prescindere dalle legittime attese delle componenti politiche che hanno contribuito alla sua elezione.

Ecco allora crescere le quotazioni di Dino De Simone, capolista di Progetto ConcittaDino, stabilmente nella rosa dei papabili per un incarico di governo. Ed ecco le ambizioni di altri consiglieri comunali eletti, dalla regina delle preferenze Luisa Oprandi al giovane esponente renziano Andrea Civati, dall’ex capogruppo del Pd Fabrizio Mirabelli all’attuale segretario cittadino del partito Luca Paris. Da definire, poi, la posizione di Roberto Molinari, regista della complessa operazione che ha generato la candidatura di Galimberti alle primarie e poi alla guida della città. Assessore tecnico con profilo politico? Alchimia già sperimentata in altri contesti e su cui Galimberti (e con lui Molinari) starebbe riflettendo. Infine appare destinata a tramontare la figura del “capo di gabinetto” del sindaco. Incarico che Attilio Fontana aveva affidato all’ex dirigente di Palazzo Estense Carlo Passera e che Galimberti sarebbe intenzionato a non riproporre nel nuovo organigramma di vertice del municipio.


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