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Orrigoni “tradito”

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Orrigoni “tradito”

Voti in transito, consensi che si sono (sarebbero?) spostati da un candidato all’altro nello spazio di due settimane, il breve intervallo di tempo che, nell’elezione del sindaco, separa il verdetto del primo turno dal responso, decisivo, del ballottaggio.

I “flussi elettorali” delle Amministrative 2016 sono stati studiati dalla fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo di Bologna, uno dei più autorevoli think tank italiani, che ha analizzato i risultati del doppio scrutinio a Varese e in altre sei città italiane: Torino, Bologna, Napoli, Novara, Grosseto e Brindisi.

Dal rapporto, curato da Rinaldo Vignati e rilanciato un paio di giorni fa da “Il Mattinale”, foglio di informazione del gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, emerge un dato che offrirà elementi di riflessione e di dibattito ai protagonisti della campagna elettorale conclusa dal clamoroso sorpasso del centrosinistra ai danni del centrodestra.

A determinare il successo del sindaco Davide Galimberti sul rivale Paolo Orrigoni avrebbe infatti contribuito anche una migrazione «diretta» di consensi dal secondo al primo stimata dai ricercatori emiliani al 2,8% del corpo elettorale: centinaia di voti che avrebbero lasciato il candidato di Lega, Forza Italia & C. e avrebbero aperto di Palazzo Estense al leader della coalizione trainata dal Partito democratico e sostenuta da quattro liste civiche.

«I flussi elettorali - chiarisce il documento - sono gli interscambi di voto avvenuti fra partiti nel corso di due elezioni successive. Si tratta di stime statistiche e, quindi, di misure affette da un certo margine di incertezza».

Avvertenze per l’uso quanto mai opportune e che includono anche un riferimento all’«inclusione nel computo dell’area del non voto, ossia astenuti ma anche schede bianche e nulle».

Nel “caso Varese”, inoltre, l’Istituto Cattaneo ha tenuto in considerazione anche l’assenza dalla campagna elettorale del Movimento 5 stelle, che in altri contesti ha avuto un ruolo determinante nella definizione del risultato dello scrutinio.

«Tutto ciò premesso - affermano i ricercatori - il flusso più rilevante che ha portato all’esito del ballottaggio a Varese è quello che va da Orrigoni, candidato del centrodestra, a Galimberti (si tratta del 2,8% del corpo elettorale, ossia di una quota di voti significativa)».

E ancora: «Galimberti conquista inoltre un flusso rilevante (2,6% degli elettori) dal principale candidato escluso dal ballottaggio, Malerba (espressione di una lista civica), che invece cede meno voti a Orrigoni».

Infine «pur perdendo una quota importante di voti verso l’astensione, Galimberti, grazie ai voti ottenuti dal bacino di Malerba e, soprattutto, a quelli “rubati” direttamente a Orrigoni è dunque riuscito a ribaltare lo svantaggio ideale rispetto all’avversario».

Nel dettaglio: Stefano Malerbaavrebbe ceduto consensi in quote non uguali ai due “finalisti”: 2,6% a Galimberti e solo 0,6% a Orrigoni.

Ma sarebbe stato soprattutto il “ripensamento” degli elettori di centrodestra transitati direttamente da Orrigoni a Galimberti a spostare l’ago della bilancia verso il sindaco eletto, anche perché l’Istituto Cattaneo non ha rilevato uno spostamento di consensi in direzione opposta e cioè da Galimberti a Orrigoni.

«La ricerca - sottolineano nello staff del primo cittadino - dimostra che è stata premiata la strategia messa in atto nell’ultima parte della campagna, quando Davide ha scelto di rivolgersi all’intero corpo elettorale, incluso chi al primo turno aveva votato per il centrodestra».

Non un «tradimento di massa» ma un fenomeno «fisiologico» che si rinnova in proporzioni differenti da un appuntamento con i seggi all’altro e che, secondo gli esperti della fondazione bolognese, potrebbe concorrere a spiegare il risultato di domenica 19 giugno, quando, al di là di ogni analisi statistica, Davide Galimberti ha collezionato 1933 voti in più rispetto a quelli che gli erano stati assegnati due settimane prima (16.814 contro 14.9881), mentre Paolo Orrigoni è scivolato da quota 16.708 (raggiunta il 5 giugno) a 15.621 con un saldo negativo di 1087 schede disperse nel mare dell’astensione o traghettate sulla sponda opposta.


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