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La domenica del neo sindaco e dell’ex

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La domenica del neo sindaco e dell’ex

Una giornata dal significato speciale: sia per chi è diventato sindaco da pochi giorni, sia per chi ha indossato la fascia tricolore negli ultimi dieci anni della sua vita. Per chi inizia un’avventura e per chi deve dirle addio.

Da una parte c’è Davide Galimberti, che ha trascorso la prima domenica da primo cittadino del capoluogo partecipando a un tourbillon di eventi. Addosso, l’ebbrezza ancora tutta da assaporare di essere diventato un simbolo nazionale per aver strappato la Città Giardino alla Lega dopo un ventennio di dominio incontrastato.

Dall’altra c’è Attilio Fontana, che allo scadere del secondo mandato ha dovuto dire addio alla prima poltrona di Palazzo Estense, con il suo carico di responsabilità e presenze sul territorio. Due vicende umane che si sono intrecciate in un giorno dal cielo mutevole, ora terso ora nuvoloso. Galimberti, avvocato di 40 anni e adesso borgomastro a tempo pieno, ha avuto un’agenda fittissima, iniziata all’alba («mi sono svegliato alle 5.30 per visionare alcuni documenti e atti del Comune»), proseguita con il calendario della festa. Dal Palio di Masnago al concerto della chiesa Kolbe, dalla presentazione del seminario dell’Aero club “Adele Orsi” alle Ville Ponti alle note della Banda di Capolago ai Giardini Estensi. «Ho trascorso anche del tempo con la mia famiglia – aggiunge il neo sindaco -, ma ho cercato di essere presente a tutti gli appuntamenti che erano previsti nella giornata di domenica».

Dal canto suo, Fontana, 64 anni e uno studio legale che lo aspetta, prima di tuffarsi nei nuovi impegni si è ritagliato una giornata di relax tutta per sé, all’insegna di una passione coltivata da sempre.

«I miei figli sono via in vacanza e quindi ho pensato a me – racconta lui stesso -. Ho giocato a golf, ho incontrato gli amici, ma poi non mi dimentico di avere due processi importanti domani: e così sono tornato a casa a studiare i casi. Non riposo, non stacco la spina: come ho già avuto modo di dire, ho vissuto questa esperienza amministrativa come un piacere, quindi non credo di meritare una vacanza. Me ne concederò una in agosto, come fanno tutti gli italiani. Due o tre settimane, vediamo».

Solo una giornata senza troppi impegni, dunque, trascorsa a rincorrere le 18 buche, prima di rivestire subito la toga del noto penalista, pronto a tornare nel Foro di Varese senza altri pensieri impegnativi che occupano la mente. Ma le sensazioni di queste giornate?

«Mi vengono in mente tante cose, come d’abitudine prendo nota di alcune situazioni, ma poi improvvisamente mi sembra strano che non debba più occuparmene io. Dopo dieci anni è difficile cambiare vita, ma io amo tantissimo il mio lavoro e sono molto contento di tornare a fare l’avvocato a tempo pieno. Cambiano le prospettive, devi rivedere gli impegni. La mia attività mi aspetta. Certo, giocherò a tennis, oltre che a golf, se la schiena mi regge – scherza l’ex sindaco ed ex presidente del Consiglio regionale -. Che cosa auguro ora a Galimberti? Buon lavoro, che possa lavorare serenamente. E che faccia il sindaco con la stessa passione con cui l’ho fatto io».


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