Un anno e otto mesi di pena, seppur patteggiata, non gli sono serviti per cancellare l’ossessione della quale è preda.
Lunedì 27 giugno il venticinquenne è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Somma Lombardo per stalking e violenza sessuale, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari chiesta dal pubblico ministero Luigi Furno ed emessa dal gip Luca Labianca.
Nel mirino del giovane c’era sempre e solo lei, la sua ex fidanzata di soli ventuno anni che ormai aveva raggiunto livelli di angoscia e di esasperazione inimmaginabili.
Da almeno due anni subiva i suoi assalti, fisici, verbali, telefonici. Sperava, con la sentenza dell’anno scorso, di essersi liberata di quel tormento, ma niente, il ragazzo si è dimostrato impermeabile anche alla legge.
«Devi stare attenta», le scriveva via sms. «Tuo padre è morto, vuoi per caso raggiungerlo?».
Serve un flashback per ricostruire la vicenda.
I due, quando non erano neppure maggiorenni, avevano vissuto una relazione terminata per volontà della vittima, forse anche a causa dell’eccessiva gelosia del fidanzatino o forse semplicemente le storie iniziano e finiscono, soprattutto a quell’età.
Ma lui la delusione non l’ha mai superata e nell’ultimo anno, da quando la ex aveva un nuovo compagno, il delirio di possesso è arrivato alle stelle.
Gli episodi contestati sono numerosi. Il peggiore è quello accaduto, secondo gli investigatori che hanno raccolto la denuncia, sotto casa della ventunenne: insieme con un amico - che risulta ovviamente indagato - ha atteso che la giovane rincasasse e poi, mentre il complice la teneva ferma contro il cancello, il venticinquenne avrebbe abusato di lei, sferrandole pure calci nell’addome e gettandola nello sconforto più profondo.
In un altro caso, incrociando la coppietta per strada, l’arsaghese si sarebbe precipitato fuori dall’abitacolo dell’auto e avrebbe aggredito e picchiato l’antagonista.
Poi c’erano i pedinamenti e gli appostamenti, costanti e puntuali, ai quali sottrarsi era impossibile.
C’erano le molestie via Facebook: il ragazzo inventava sempre nuovi profili per insultare pubblicamente la ex, postando dettagli personali della loro relazione conclusa ormai da tempo e minacciandola.
La vittima era davvero prostrata e terrorizzata e i fatti di cronaca del resto le davano ragione: la sua storia ricorda troppo da vicino quella di Sara Di Pietrantonio, sedicenne romana ammazzata e bruciata dall’ex che non si rassegnava alla rottura e che non sopportava l’idea che la sua amata si rifacesse una vita sentimentale con un altro.