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«Fu abuso»: sei anni al maestro

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«Fu abuso»: sei anni al maestro

Sei anni di reclusione per il maestro, 50mila euro di risarcimento e la trasmissione degli atti alla procura per il preside che, informato degli abusi che l’alunno avrebbe subito, non si attivò in alcun modo per fermarli. È questa la sentenza pronunciata dal collegio giudicante presieduto da Piera Bossi.

L’insegnante è rimasto impietrito alla lettura del dispositivo. E mentre sul suo volto si congelava una maschera di ghiaccio, su quello dei genitori del bambino si sono sciolte lacrime di commozione e catarsi.

«Ricorreremo in appello», è il commento degli avvocati Laura Bernacchi e Ombretta De Servisconcertati dalla condanna che è comunque inferiore rispetto alla richiesta di pena avanzata dal pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni di nove anni e sei mesi.

Sono quattro gli episodi contestati dalla procura. Bisogna ricordare che il fascicolo fu aperto dal pubblico ministero Pasquale Addesso che, alla luce dei suoi accertamenti, chiese l’archiviazione. La famiglia - assistita dall’avvocato Francesco Isolabella - fece opposizione, accolta dal gip. Le indagini vennero ereditate dal pm Francesca Parola e sostenute in dibattimento dalla collega Monzio Compagnoni. Un iter lungo, insomma.

Secondo gli inquirenti in un caso il maestro avrebbe portato l’alunno nello spogliatoio della palestra, si sarebbe svestito e avrebbe trattenuto il bambino per mezz’ora con un balletto. In un’altra occasione gli avrebbe mostrato video e fotografie pornografiche, sempre in palestra, usando lo smartphone. Un’altra volta avrebbe dato un bacio sulla pancia del bimbo e, fatto più grave degli altri, lo avrebbe indotto a prendere tra le mani i suoi genitali. Il maestro - che, va detto, molti alunni e molte mamme vedevano come un modello innovativo da prendere da esempio - non si capacita delle accuse. «Sono sconvolto, questa storia mi ha rovinato la vita, per fortuna almeno le persone che mi conoscono mi stanno vicino e credono in me», disse l’imputato al termine dell’udienza in cui il pm chiese una condanna di poco inferiore a dieci anni. Ora non ha neppure più parole.

Servizio completo sulla Prealpina in edicola venerdì 8 luglio


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