Non sono state trovate tracce di farmaci o di sostanze stupefacenti sui resti di Lidia Macchi, la studentessa di Casbeno massacrata nel gennaio 1987 con 29 coltellate. E’ il particolare emerso nel corso di un’udienza davanti al gip Anna Giorgetti per fare il punto sugli accertamenti in corso con la formula dell’incidente probatorio sulla salma della ragazza riesumata lo scorso 22 marzo.
Nel pool di esperti nominati dal gip una tossicologa, Marina Caligara, è stata incaricata di accertare se la vittima fosse stata narcotizzata con farmaci o sostanze stupefacenti. «Il fatto che non siano emerse tracce - ha spiegato il legale della famiglia Macchi, avvocato Daniele Pizzi - ci porta a pensare che Lidia quando è stata uccisa si trovava con qualcuno che conosceva, che potrebbe aver seguito volontariamente». Per quanto riguarda gli altri accertamenti in corso - la ricerca di eventuali tracce biologiche sui resti da confrontare con il dna di Stefano Binda, in carcere dal 15 gennaio con l’accusa di aver violentato e ucciso Lidia e difeso dagli avvocati Sergio Martelli e Roberto Pasella - sono previsti tempi lunghi. I periti hanno catalogato peli, capelli e altri reperti isolati dai resti della giovane, ma gli esami genetici non sarebbero ancora iniziati.
Presto potrebbero essere disposte nuove ricerche dell’arma del delitto nei boschi a Cittiglio dove fu trovato il cadavere della studentessa. Il sostituto pg di Milano Carmen Manfredda, che coordina le indagini, è intenzionata infatti a «non lasciare nulla di intentato».
Ricerche dell’arma del delitto sono già state condotte nel parco di Masnago, nell’ipotesi che Stefano Binda possa aver nascosto il coltello nell’area verde quasi trent’anni fa. Attraverso ricerche con metal detector e geoscanner sono stati trovati alcuni coltelli, sepolti sotto terra. Sulle lame analizzate dai consulenti del sostituto pg, da quanto si è appreso, finora non sarebbero state trovate tracce in grado di ricondurre i reperti al delitto Macchi. «Attendiamo la relazione dei consulenti - ha spiegato il sostituto pg Manfredda al termine dell’udienza - con gli esiti definitivi degli accertamenti sulle lame. Siamo decisi a svolgere tutti gli accertamenti necessari». Un’istanza per concentrare gli accertamenti nei boschi di Cittiglio era stata presentata anche dal legale della famiglia Macchi.
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