Il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore alla sicurezza Max Rogora erano già stati nella mattinata di giovedì a visionare la situazione nella “fossa” di via Salgari, accanto a via Rossini, incontrando le famiglie, scoprendo i risultati dei vandalismi compiuti a ripetizione (rifiuti in fiamme a inizio settimana, estintori rubati e scaricati sulle macchine due sere dopo) e raccogliendo così la rabbia e lo sfogo delle persone residenti.
Di giorno, appunto, ci erano andati accompagnati dal comandante dei vigili Claudio Vegetti, per stendere la lista delle lagnanze rispetto a schiamazzi, teppismi e degrado, e per disporre i primi interventi riparatori. «Abbiamo visto cose che voi umani non potete immaginare», diceva nelle ore successive Rogora, citando Blade Runner e descrivendo un quadro di preoccupante emergenza. Soprattutto in quell’anfiteatro nascosto fra i palazzi e in cui, al calar del buio, germoglia la convivenza difficile fra i residenti e le compagnie di giovani.
Ed è in quel momento che ai due è venuta l’idea. Invece che limitarsi a riparare i danni e ad organizzare un lavoro di controllo e repressione (che comunque si farà), hanno deciso di ripassare da lì la notte stessa per incontrare di persona gli imputati di tutti questi problemi, cioè i gruppi di ragazzotti che in estate si ritrovano in quella zona. E allora, concluso l’incontro con la cittadinanza a Borsano, i due esponenti di giunta si sono riavviati verso la “fossa”, anche se qualcuno poche ore prima li aveva sconsigliati. «Invece è stato utile», spiega adesso Rogora. «Il mio super sindaco ha chiesto di poter chiacchierare un po’ con loro, non ci conoscevano e sono rimasti sorpresi di trovarci lì a mezzanotte». Così, riuniti in una quindicina attorno al primo cittadino, i ragazzi hanno ascoltato e discusso, si sono difesi da molte accuse e hanno spiegato che il loro desiderio è solo quello di avere un luogo di incontro e aggregazione. «Noi non abbiamo voluto assegnare responsabilità o colpe a qualcuno - aggiunge l’assessore - ma abbiamo solo chiesto di non dimenticare mai il rispetto delle persone che devono riposare e del bene pubblico».
Antonelli ha anche ricordato di essere stato «giovane anch’io e di stupidate ne ho fatte tante, così come Rogora, che anzi ne ha fatta qualcuna più di me. Ma se una certa tolleranza può esserci, non bisogna superare il limite». E allora, dopo l’episodio degli estintori e delle fiamme, «se davvero non siete stati voi, aiutateci a parlare con i responsabili». Perché, ha detto francamente Antonelli, «se la situazione si normalizza è un bene per tutti, altrimenti è doveroso che i vigili e le altre forze dell’ordine ristabiliscano un po’ di tranquillità, col rischio che di mezzo ci finiate tutti indistintamente».
Un messaggio che, secondo Rogora, «di sicuro è stato capito e apprezzato, anche perché sinceramente i giovani con cui abbiamo parlato non mi sembravano aggressivi. Poi ho fatto stupidate anch’io nella vita ed è normale che l’esuberanza ci stia e a volte faccia trascendere. Però almeno un tentativo morbido e onesto lo abbiamo fatto». Bisogna ora capire se servirà davvero.