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Cattura Pokemon. E tampona un’auto

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Cattura Pokemon. E tampona un’auto

«L’amico di un mio amico ha tamponato l’auto davanti a lui perchè stava catturando un pokemon». Sì, è Pokemon Go mania anche a Saronno: c’è chi guida mentre gioca con il cellulare in mano e rischia di causare incidenti, ci sono amici che girano la città a piedi nel cuore della notte per guadagnare più punti, ragazzini che in coppia pedalano per il parco Lura guidati da una App: storie di ordinaria follia? È la Pokemon Go mania, che nelle ultime settimane ha conquistato anche i saronnesi.

Già, perchè la chiave del gioco è spostarsi in città per catturare pokemon, che spuntano qui e là, anche in luoghi che nell’immaginario collettivo non risultano proprio adatti per questo genere di giochi, come le chiese, i cimiteri o gli ospedali. O, ed è la cosa peggiore, in mezzo alla strada: «L’amico di un mio amico ha tamponato la macchina davanti perché stava catturando un Pokemon - racconta Federico Renoldi, uno studente 25enne e giocatore appassionato -. Per molti è diventata effettivamente una mania. Secondo me, però, ha molti aspetti positivi: in una settimana ho conosciuto oltre 40 persone e ogni sera ci incontriamo in zona Santuario, dove ho trovato un Venusaur, uno dei Pokemon più difficili da catturare. Ho visto giocare con entusiasmo anche famiglie e adulti dai 40 ai 50 anni. Prima ci si chiudeva in casa davanti al pc, ora invece questa novità permette di interagire, parlare con gente sconosciuta e camminare molto. La mattina esco più volentieri a fare quattro passi per far schiudere le uova».

I Pokemon finora offerti dall’applicazione sono 150 e i giocatori sono divisi in tre diverse squadre, gialla, blu e rossa.

«Io ne ho già presi 81 - conclude Renoldi - In città si trovano soprattutto i Dratini, dei piccoli draghi, e poi Doduo, Pidjey e Rattata».

«Tutti quelli che conosco ci giocano - racconta Debora Berto, 19enne saronnese -. Vai in giro per il centro o nei parchi e nessuno ti guarda in faccia, perché gli occhi sono fissi sul cellulare». S

u facebook è stato creato un gruppo dedicato, che in un paio di giorni ha superato i cento iscritti.

«È un bel modo per condividere e fare vivere Saronno, che sta diventando un po’ spenta - commenta il fondatore della pagina, il 33enne Marco Cenedese, makeup artist -. Si esce di casa, si conoscono persone nuove e anche luoghi della città poco frequentati. Una sera ho fatto una follia: ero con gli amici in un bar e, presi dalla noia, abbiamo deciso di girare Saronno alle 3.30 di notte in cerca di Pokemon. Sono tanti i punti strategici: la chiesa di San Pietro e Paolo è una palestra, poi ci sono tutte le altre parrocchie, i musei, i monumenti, il teatro Giuditta Pasta, la piazza Rossa. Vicino al Lura si trovano i Pokemon d’acqua e nel parco degli Alpini quelli del bosco. Amo gli anni Ottanta e Novanta e questa App da ragazzini ce la potevamo solo sognare: andare in giro a catturare i personaggi dei nostri cartoni animati preferiti rappresentava un’utopia».

A volte, però, si superano i limiti.

«Bisogna sempre capire la differenza tra gioco e vita reale - spiega Cenedese -. Se si attraversa la strada, si deve abbassare il cellulare e non si deve mai usare la App alla guida. I fanatici nella vita durano sempre poco».


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