I primi erano giunti già nella notte fra mercoledì e giovedì. Poi in mattinata il trasbordo dei rimanenti nella nuova "casa" che li ospiterà per un periodo piuttosto lungo, fin quando la commissione regionale incaricata di vagliare le domande di asilo non avrà valutato la richiesta presentata e si sarà espressa sulla permanenza o meno nel nostro Paese.
Nell’ala non utilizzata del “Barbara Melzi”, rimessa a nuovo per accoglierli, i migranti arrivano a gruppi di quattro o cinque per volta. Il centro allestito dalla Croce Rossa ormai da più di due mesi nella palestra dell’istituto “Don Milani” a Venegono Inferiore, che ha garantito finora l’emergenza, come promesso è stato smantellato per far tornare l’impianto sportivo nella disponibilità della scuola in vista della ripresa dell’attività scolastica. E per i 70 profughi è venuto il tempo di traslocare.
Hanno tutti grandi borse, zainetti, shopper molto ampi e resistenti, di solito adoperati per fare la spesa nei centri commerciali, nei quali hanno riposto le poche cose che sono riusciti a portare via dalle proprie abitazioni prima di iniziare il viaggio che li ha condotti in Italia. Ma hanno anche grandi occhi curiosi e sorrisi pieni di speranza.
I volontari e i dirigenti della Croce Rossa, che in queste settimane di lavoro febbrile non si sono mai risparmiati per far in modo che tutto fosse a posto, mostrano loro il lungo corridoio e le vecchie aule trasformatesi in accoglienti camerette (con letti a castello) capaci di ospitare fino a 14 persone. Il giro poi prosegue con la zona lavanderia, il punto operativo del centro (un ufficio direzionale, un ambulatorio e una cameretta per i volontari) e i container nel cortile all’esterno dell’edificio scolastico per i servizi igienico-sanitari. I ragazzi si fermano volentieri a raccontare un po’ della loro storia. A sorpresa arriva in visita il sindaco Laura Cavalotti, accompagnata dal suo vice Luigi Luce e dall’assessore all’Ambiente e Partecipazione Alice Bernardoni. «Nonostante le manifestazioni degli ultimi giorni - dice il primo cittadino con un chiaro riferimento ai due presidi organizzati da Lega Nord e Forza Nuova contro l’arrivo dei richiedenti asilo - la città sta rispondendo in maniera positiva. I cittadini stanno dando la propria disponibilità ad affiancare i volontari di Venegono Inferiore e a continuare qui la bella esperienza fatta in quel comune. Sì, possiamo dire che Tradate è la città dell’accoglienza».
E Madre Elide Testa, superiora delle Canossiane, aggiunge: «È nello spirito nostro cristiano e religioso di istituto internazionale dare non solo assistenza ma finalità promozionale per un’integrazione. Questi 70 ragazzi sono futuri padri di famiglia che hanno bisogno di aiuto per costruirsi un futuro. Nell’emergenza noi abbiamo deciso di dare il nostro contributo. Mentre prendo atto della collaborazione con l’amministrazione comunale, desidererei proprio che la cittadinanza mostrasse l’accoglienza. Stiamo raccogliendo i nomi di tante persone che ci stanno contattando, poi li daremo alla Cri che gestirà la struttura. Il mio auspicio è che questi ragazzi possano trovare serenità e che da loro possano nascere altrettante famiglie».
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'Tradate città dell'accoglienza'
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