Sei mesi di cassa integrazione, più ulteriori dodici prima della mobilità. E poi l’integrazione del fondo speciale trasporto aereo, che per il personale navigante rappresenta circa i due terzi degli ammortizzatori sociali, e le rassicurazioni da parte dell’azienda che avrebbe anticipato gli assegni ai propri dipendenti salvo poi farsi rimborsare quando dal Ministero e dall’Inps sarebbero arrivati i soldi.
Questo, in sintesi, era il quadro prospettato ai 171 dipendenti della New Livingston quando a ottobre 2014 gli aerei della compagnia di Cardano al Campo smisero di volare a due anni soltanto dalla ripresa delle attività dopo la fallimentare gestione Ferrero. Un anno dopo, la realtà è ben diversa. Per avere i primi sei mesi di cassa integrazione ce ne sono voluti undici, ma soltanto perché lo scorso aprile, con il portafogli ormai vuoto, i lavoratori riuscirono a smuovere le acque organizzando un picchetto davanti alla sede storica di via Giovanni XXIII.
E gli ammortizzatori sociali potrebbero essere finiti qua, perché la seconda tranche di cassa (quella della durata di un anno) ancora non è stata firmata e il fondo volo non è mai arrivato. Una situazione insopportabile, specialmente per chi ha sulle spalle una famiglia da mantenere o un mutuo da onorare. «Chiamiamo i sindacati ma anche loro non sanno più cosa raccontarci», dice sconsolato uno degli storici steward del Gabbiano cardanese.
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'La situazione è disperata'
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