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«Il signor Uva mi disse che era stato maltrattato da carabinieri e poliziotti, ma io non so assolutamente che cosa fosse successo in precedenza, dato che non c’ero. Non mi disse comunque di essere stato percosso».
Lo ha detto lunedì mattina nell’aula bunker del Tribunale di Varese, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Vito Piglionica, il dottor Augustin Desiré Noubissié, 48 anni, tornato a Varese dal Camerun proprio per il processo a due carabinieri e sei poliziotti accusati di vari reati in relazione alla morte di Giuseppe Uva. Noubissié fu il primo medico che vide Uva in caserma nelle prime ore del 14 giugno 2008 - lì era stato chiamato dai carabinieri -, dopo che il quarantatreenne era stato fermato in centro a causa di un piccolo atto vandalico ed era stato portato appunto in via Saffi, e per questo la sua deposizione era molto attesa. Il dottore della Guardia Medica ha spiegato che ebbe paura di Uva, perché era molto agitato, e che temette di essere aggredito, di ricevere una testata in faccia. Ha descritto alcuni episodi di autolesionismo. Rispetto a sue precedenti dichiarazioni davanti ai pm si è contraddetto più volte.
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