Il suo nome è Bond, James Bond. Quello dell’altro è Sciarra, Marco Sciarra. Sopravviverà poco nel ventiquattresimo capitolo della saga di 007, un quarto d’ora intenso di azione pura, senza stunt men, controfigure o finzioni scenografiche. Ma, aprendo il film con fughe rocambolesche, esplosioni e cadute vertiginose dall’elicottero, darà l’impronta all’intera pellicola.
Ed è di Gallarate il primo dei cattivi che Daniel Craig (giunto alla quarta interpretazione dell’agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming) eliminerà. Alessandro Cremona ha 46 anni e vive a Roma ormai dal 1990, la sua passione per il teatro e il cinema l’ha condotto lontano «ma io sono orgoglioso delle mie origini. Gallarate è stata spesso citata nei film comici come un posto sperduto chissà dove (Lui è peggio di me, Il Ciclone, tanto per citare alcuni esempi). Mi dicevano “tu vieni da Gallarate”. Ebbene, ecco dove sono arrivato».
Cremona racconta l’avventura sul set di Spectre - appena presentato nelle sale italiane - come un viaggio misterioso, emozionante, impegnativo, incredibile. E come un dono ricevuto nella calza dell’Epifania. «Avevo partecipato al casting con un self tape, che serve da prima scrematura. Cercavano i ruoli di guardia del corpo e di Peppe Lanzetta. Dopo 5 provini e action di combattimenti con gli stunt, il 7 gennaio è arrivata la telefonata. ma per un altro personaggio, il capo della Spectre, marito di Monica Bellucci. Sono subito partito per l’Austria, dove il regista, Sam Mendes, stava già girando. E così mi sono trovato a recitare nella scena forse più costosa del film, con la grande responsabilità delle azioni iniziali, quelle che devono fare subito presa sul pubblico», racconta Cremona. Ben 42 giorni per quell’unica scena («incredibile se consideriamo che in Italia in 42 giorni ci si fa un film»), ambientata a Città del Messico nella festività dei Morti, «giorni che hanno richiesto una lunga preparazione atletica per poter rendere bene».
Un’esperienza professionale di quelle che segnano un passo fondamentale nella carriera di un attore, «tanto che quasi non me ne rendevo conto all’inizio». Cremona resta però visceralmente legato al teatro, la sua grande passione. «Lo adoro e mi emoziona sempre con la stessa intensità di quando ho recitato al teatro greco di Taormina. Le sensazioni del teatro sono meravigliose». Ma la malia di 007, che tra l’altro ha recuperato le fascinose atmosfere dell’Aston Martin e dei Martini cocktail, è irresistibile.
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L'anti-Bond arriva da Gallarate
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