Obama “sdogana” Cuba? Bene, i Legnanesi ci si tuffano. C’è anche una sorta di Buena Vista Social Club Legnarello nella nuova commedia della storica Compagnia dialettale. Proposta in anteprima all’Auditorio di Cassano Magnago e in arrivo (dal 19 al 22) all’UCC Teatro di Varese, “La famiglia Colombo” offre qualche variante al repertorio classico della formazione. Fatta la salva la tradizione, rispetto al solito c’è più attenzione verso l’attualità, con tanto di sguardo verso il futuro, e tanto, tanto ritmo. Nei tempi comici certo ma anche nelle musiche.
Spirito rock sin dall’inizio con i Boys scatenati che introducono la prima scena. È il giorno di Sant’Ambrogio e anche la corte dei Colombo vive appieno la festa. Doppiamente perché la Mabilia è chiamata a impersonare la Madonna nella recita legata alla processione. Battute, schermaglie (con la Chetta) e chiasso cedono presto il passo a un balletto stile Sister Act. Bello, colorato, trascinante ma mai come quello dedicato a Cuba. Calato alla fine del primo tempo, un momento ampio e intenso che vede l’allegra squadra in versione Tropicana con il Giovanni che si gusta plateamente un sigaro. Valore aggiunto la Chevrolet degli anni Cinquanta che domina dall’alto il palco. Le finestre sul mondo sono punti fermi negli spettacoli dei Legnanesi ma qui l’impressione è che si voli molto alto, regalando - in questa particolare sezione dello show - una delle pagine più alte della storia, quantomeno recente, della Compagnia.
In corte ritorna ad affacciarsi il sindaco, in famiglia torna il tormentone “amori di Mabilia”. Questa volta il fidanzato è più strano del solito, al pari dei suoi parenti che vivono in una villa dall’aspetto decisamente sinistro. Ambientazione in linea con il filone vampiresco per una famiglia che ricorda molto da vicino gli Addams. Facile immaginare le reazioni di Teresa, Giovanni e Pinetta giunti in visita per quello che dovrebbe essere il passo pratico per le nozze tra i due (ex) ragazzi. A tal fine risulterà decisiva una seduta spiritica. Con l’anima evocata che non si limiterà a battere un colpo ma sfoggerà un inequivocabile dialetto bergamasco.
A tenebre spazzate i Colombo si concederanno un’analisi del cinema horror, mettendo in ridicolo gli elementi costanti di questo genere, fatto di cantine popolate da mostri facilitati dall’abitudine delle vittime designate di scendervi senza mai accendere una luce. E, tra la tanta carne al fuoco, da non perdere la Teresa al passo con l’era touch e con l’inglese, che se la tira mentre parla al telefonino alla moda.
Si ride tanto, si battono tanto le mani, anche per accompagnare musiche e balli; è accaduto alla prima, accadrà anche alle repliche. Politicamente scorretti («terroni» sempre bonariamente nel mirino; spazio anche alla barzelletta del “c’era un cinese in coma”), popolarissimi ma anche inclini a citazioni colte (la Carmela fa riferimento a “Ma Mi”, la canzone di Giorgio Strehler e di Fiorenzo Carpi), i Legnanesi convincono e si preparano a intraprendere un nuovo lungo viaggio - di pochi giorni fa l’ultima data di “La finestra sui cortili”, la loro commedia della stagione 2014-2015 - che li porterà, tra l’altro, a Firenze, Genova e Torino. Forte di un gioco di squadra vincente e dello stato di grazia della Famiglia Colombo composta da Antonio Provasio, Gigi Campisi e Enrico Dalceri; tridente di tutto rispetto.
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Legnanesi, ritorno al futuro
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