«La situazione è seria». Il presidente della fondazione Silvio Zanella che gestisce il Maga ha raccolto il messaggio del sindaco Edoardo Guenzani. Giacomo Buonanno sa che 700mila euro l’anno non bastano per gli obiettivi d’eccellenza che si pone il museo, ma è ben conscio del momento difficile che stanno passando gli enti istituzionali e gli sponsor. Nonostante questo, non vuole perdere la fiducia. «Se guardo al 2016, lo penso come a una grande opportunità, non come a un problema». Animato da buoni propositi ma anche dai principi base della ragionevolezza, allarga le braccia e ammette: «Dovrò verificare con molta attenzione quello che si riuscirà a fare».
Un discorso che viene fatto quasi al termine di un 2015 molto positivo per il Maga. Dopo l’incendio, la ricostruzione, l’affetto della gente, è arrivato il momento della grande vetrina con la mostra di Missoni e la risposta c’è stata: «Domenica abbiamo raggiunto - informa Buonanno - i trentamila visitatori». Un risultato eccezionale e un dato che è destinato a crescere perché la rassegna sulla casa di moda andrà avanti fino all’anno nuovo. «Tutti ci dicono bravi, tutti sono d’accordo sull’importanza del museo ma è difficile vedere qualcosa di concreto». Non che non siano arrivati soldi per la causa del Maga. Il Comune ha messo a disposizione fondi straordinari per la ripartenza del museo e la Regione ha fornito un contributo di 150mila euro a fondo perduto per la ricostruzione, a cui bisogna aggiungere i soldi arrivati tramite bando. Dunque, la struttura non è rimasta sola. Ma è adesso che si può capire quanto potrà valere davvero. Adesso che dovrà entrare in un anno ordinario, senza Expo e senza Missoni.
«La mostra in corso dimostra che la cultura fa anche economia. E’ l’esempio lampante che il Made in Italy funziona, proprio come dice Matteo Renzi». Appunto, il governo. Il sindaco ha messo il dito nella piaga facendo presente l’assenza del ministro Dario Franceschini pur essendo il Mibac nel board del museo. Buonanno non ha, però, intenzione di fare polemiche, né tanto meno di guardare al colore politico del governo: «Io parlo con l’istituzione, non c’entra se di centrodestra o di centrosinistra». Dunque, il presidente raccoglie e rilancia l’appello di Guenzani. Con un elemento in più da considerare: «Valuto in maniera molto positiva l’apertura con Legnano. La nostra forza deve essere l’allargamento a tutta la realtà circostante. L’area di Busto, Gallarate e Legnano raggruppa 198mila abitanti. Basta divisioni, dobbiamo ragionare con lo stesso spirito». Il Maga potrebbe diventare simbolo di questa rivoluzione culturale catalizzando le risorse e costruendo un percorso in grado di scatenare una reciproca crescita. «Io sono qui. Sono pronto ad ascoltare chiunque abbia idee per il rilancio. Sono disponibilissimo al confronto. Finora abbiamo fatto cose eccellenti. E non vogliamo fermarci proprio adesso». Non è il caso.
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Al Maga non bastano 700mila euro
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