La conoscenza della lingua italiana per lui rappresentava probabilmente uno scoglio insormontabile nel conseguimento della patente di guida. E così, grazie a un complice all’esterno dell’edificio e a un sistema tanto rudimentale quanto efficace, ha cercato di ovviare al problema. Ma lo stratagemma è stato scoperto da uno dei commissari di turno e sul posto è stato richiesto l’intervento della polizia di Stato. Risultato: in attesa dell’agognato “documento rosa” – che a questo punto non si sa se e quando arriverà – l’uomo rischia ora una denuncia a piede libero per il reato di tentata truffa aggravata. Protagonista della vicenda è un quarantenne di nazionalità cinese che si è presentato alla Motorizzazione civile di Varese per sostenere l’esame teorico per il conseguimento della patente. Addosso, nascosti sotto una parrucca, aveva un auricolare con cui comunicava con un complice all’esterno che gli forniva le risposte corrette.
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