Dopo oltre un anno da quella tragica notte fra il 15 e 16 novembre che registrò due morti e ben otto fra frane e smottamenti, oltre alla tracimazione del lago, ha riaperto via Gattirolo.
Si tratta della strada dove si compì la tragedia, in seguito al precipitare di una parte della collina “Sironi”. Sotto circa 700/800 metri cubi di detriti e fango, trovarono infatti la morte la giovanissima Adriana De Pena Moya, 16 anni e il nonno Giorgio Levati, 74 anni.
Nei prossimi giorni sono attese le prime opere di messa in sicurezza dell’area franata e si spera nell’eliminazione del pericoloso costone a monte.
I tecnici comunali, insieme ai geologi del comune e della proprietà Sironi, con l’ausilio di esperti, hanno messo in opera alcuni interventi di sicurezza e di drenaggio. Ripristinata la collettazione delle acque piovane a valle, sono state inoltre scavate, seguendo il naturale percorso idrico erosivo che si è creato dopo la frana, alcune canalizzazioni per la raccolta e lo smaltimento delle acque.
La base della collina, un tempo trattenuta da gabbioni di pietre, è stata rafforzata con la posa di una provvisoria barriera jersey, utile nel caso della caduta di qualche ulteriore sasso. Circoscritta da reti di protezione la casa dei Levati, ancora sottoposta a sequestro della magistratura in virtù delle indagini in corso.
La via è stata riaperta dalla polizia locale con un parere favorevole dell’ufficio tecnico comunale, che tuttavia invita ora a monitorare la situazione, dando immediata comunicazione a prefettura, questura, vigili del fuoco, Areu, alle forze dell’ordine e alla stessa protezione civile di Laveno Mombello.