Giovedì 10 dicembre, Mario Mantovani è stato ufficialmente sospeso dalla carica di consigliere regionale. Lo scranno dell’ex vicepresidente di Regione Lombardia, fedelissimo berlusconiano della prima ora, arrestato il 13 ottobre scorso per concussione, corruzione e turbativa d’asta e attualmente agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Arconate, sarà occupato temporaneamente da Luigi Pagliuca, primo dei non eletti nella circoscrizione milanese del Pdl alle ultime Regionali.
Attualmente, il sostituto dell’ex coordinatore azzurro, 49 anni, dottore commercialista, riveste l’incarico di consigliere comunale di Forza Italia a Milano. La decisione di “congelare” le cariche ricoperte da Mantovani è stata presa dal governo Renzi e l’assise del consiglio regionale si è limitata a prendere atto del provvedimento di sospensione. Infatti, la sospensione è stata deliberata dalla presidenza del Consiglio dei mnistri con un decreto ad hoc che risale al 14 novembre scorso e che fa suo quanto disposto dal decreto legislativo 235 del 2012, meglio noto come legge Severino. Dietro la sospensione (che comporta anche come inevitabile conseguenza la sospensione del pagamento dello stipendio) una ragione molto semplice: la constatazione del fatto che Mantovani non può partecipare ai lavori del Consiglio regionale in quanto allo stato risulta essere sottoposto a custodia cautelare. Nel momento in cui venisse meno la carcerazione preventiva e l’ex vice di Maroni dovesse essere rimesso in libertà, riotterrà in automatico il suo incarico di consigliere regionale. Così, con la fine della sospensione, anche il suo sostituto temporaneo lascerà il posto al Pirellone. Cosa diversa è la decadenza di diritto, che avverrebbe solo e soltanto se Mantovani fosse condannato. Un’eventualità tutta da verificare, ma soprattutto al momento remota, poiché il magistrato titolare del fascicolo, il pm Giovanni Polizzi, non ha ancora chiuso le indagini a carico dell’esponente politico di Forza Italia, per tre mandati consecutivi sindaco di Arconate.
La sospensione di Mantovani non ha convinto il consigliere regionale del Gruppo Maroni presidente Lino Fossati, a detta del quale «il provvedimento non sarebbe conforme al dettato legislativo previsto dalla citata legge delega». Per questa ragione, il consigliere ha preannunciato l’intenzione «di voler investire della problematica la giunta delle elezioni o, nel caso, il consiglio regionale».