Due cani uccisi da bocconi che contenevano un potentissimo veleno per topi.
È questo l’esito delle analisi svolte all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Binago (Como), al quale si è rivolto il padrone di due beagle a seguito della loro scomparsa, avvenuta «fra atroci sofferenze - racconta il proprietario dei cani, residente a Marzio - verso la fine di ottobre».
Le due cagnoline si chiamavano Laika e Grappa, erano due sorelle, avevano sei anni e vivevano nel paesino montano della Valganna in un recinto di circa 2.000 metri quadrati, all’aperto, adiacente alla casa di via Bolchini. Ed è qui, ai confini del borgo, che dovrebbe essere avvenuto il fattaccio: «Mi ricordo tutto - dice il signor Fuleo Valotto- perché è da un mese che la vicenda e avvenuta e il dispiacere non accenna a diminuire, anzi, è sempre forte. Prima è stata male una delle due cagnoline. A quel punto l’ho portata subito dal veterinario che aveva pensato a un’emorragia cerebrale.
Ha fatto di tutto per salvarla, ma non c’è stato niente da fare. La sera è spirata. Poi però la mattina dopo ha iniziato a stare male anche la sorella. Anche per lei stessi sintomi, e purtroppo stesso esito letale. A quel punto ci è venuto il sospetto. E se fossero state avvelenate? I carabinieri di Marchirolo, cui ho sporto denuncia, mi hanno suggerito di rivolgermi a un centro specializzato. Così ho fatto e in effetti i risultati hanno confermato l’ipotesi, alla quale inizialmente non osavamo pensare».
Laika e Grappa sono state uccise da un veleno per topi mischiato a bocconi di carne.
A quel punto sono scattate altre domande: chi è stato? Perché? Come? Molte sono rimaste senza risposta.
«Non lo so. Anche i nostri vicini hanno cani e ci vogliamo bene. Non ho mai avuto problemi con nessuno. Probabilmente, essendo il recinto vicino alla strada, qualcuno ha buttato i bocconi. A quel punto i beagle li hanno annusati, presi e mangiati. La loro voracità, decisamente superiore rispetto agli altri due segugi italiani che possiedo, è stata fatale. È stata una vigliaccata di qualcuno che passava per la strada».
E così, dopo decine di segnalazioni a nord e a sud del Varesotto, di bocconi avvelenati lasciati per strada, sono arrivate anche le vittime. Una crudeltà per cui Fuleo Valotto non si dà pace: «Per cinquant’anni sono andato a caccia. Ora è da un mese che non riesco più. Il dispiacere è troppo grande. Ho deciso di raccontare questa storiaccia per sensibilizzare le persone: ciò che è avvenuto è mostruoso e non deve capitare più».