L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco aumenterà di 2,5 euro per passeggero, passando dagli attuali 6,5 a 9. Ad annunciarlo è Assaeroporti, citando un decreto interministeriale del Mit del 29 ottobre in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ma di questo aumento, che graverà sui viaggiatori all’atto di acquisto di ogni singolo biglietto aereo, nulla arriverà ai Comuni aeroportuali, i primi destinatari (soltanto sulla carta) di questa tassa nata nel 2003 come parziale risarcimento degli oneri, dei disagi e dei servizi aggiuntivi che pesano sulle spalle degli enti locali che si trovano a gestire in casa la presenza ingombrante di un aeroporto.
Dei 6,5 euro richiesti, infatti, ben 5 oggi vanno direttamente all’Inps per un fondo integrazione Alitalia, mentre altri si perdono tra i meandri dei ministeri e soltanto una piccola parte centesimale viene girata a chi ne ha diritto. «È un’assurdità, tra un po’ costerà più la tassa che il biglietto stesso», tuona il sindaco di Ferno, Mauro Cerutti, che è presidente di Ancai (Associazione nazionale dei comuni aeroportuali italiani). «Stiamo facendo la stessa fine delle accise sulla benzina».