cinquecento, una in più o una in meno a Vittorio Sgarbi non fa una gran differenza. Ma almeno quella presentata qualche mese fa alla Procura di Busto Arsizio si avvia verso l’archiviazione.
L’accusa, tanto per cambiare, è di ingiuria, un classico per il critico d’arte che ha fatto dell’epiteto «capra» un insulto nazionale. E chi l’ha sporta è una trentanovenne residente in zona che, forte di un presunto flirt burrascoso con lo studioso, si sarebbe permessa di esprimere un apprezzamento su un’opera di Leonardo Da Vinci esposta al palazzo Comunale di Lugano.
«Parla di quello che conosci», le avrebbe risposto Sgarbi via sms, aggiungendo: «Sei più esperta in c...i che in Leonardo», riferendosi a competenze sessuali. La donna non gliel’ha fatta passare liscia, anche perché a quanto pare il noto critico d’arte avrebbe rincarato la dose con altre frasi poco gentili, facendola infuriare moltissimo. Risentita, la trentanovenne lo ha querelato. Per l’ennesima volta, visto ha presentato una denuncia ben più grave a Modena, per fatti ancor più seri e soprattutto da verificare. Sta di fatto che il pubblico ministero Francesca Gentilini, analizzati i reciproci scambi di messaggi tra i due, il tenore della conversazione, e i toni provocatori della presunta vittima, ha deciso di chiedere l’archiviazione. Anche perché a quanto pare è la parte offesa stessa che cerca insistentemente contatti con lui e a parere della procura gli sms da lui inviati non avrebbero in realtà intaccato l’autostima della donna, né inciso sulla percezione di sé e del proprio valore. Altrimenti non continuerebbe a tampinarlo, ben conoscendo le sue reazioni. D’altro canto non c’è da sorprendersi: Sgarbi ha costruito il suo personaggio sia sulla inarrivabile preparazione culturale che sulla sua attitudine agli eccessi, verbali e comportamentali. Insomma, secondo il pubblico ministero due fatti in questa vicenda non possono essere trascurati: tra i due, che si conobbero tempo fa durante una cena a casa di comuni amici, i rapporti inizialmente piuttosto intimi si sono deteriorati al punto da generare ripetuti contrasti. Il secondo elemento attiene poi alla personalità dell’indagato: chi, pensando di discettare di Leonardo come dell’ultimo cinepanettone, potrebbe mai aspettarsi da lui una risposta diversa? Capra docet.