Undici novantenni domenica, poco meno ieri. I grandi anziani che devono essere ricoverati e trascorrono ore e ore al Pronto soccorso, rappresentanto il “codice rosso” alzatosi ieri dal Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo. Dove, se il sistema ha retto, è stato grazie all’abnegazione del personale medico e infermieristico e alla pazienza titanica di malati e parenti. Lunedì 4 è stata l’apoteosi della pressione dei pazienti sul pronto soccorso. Non tanto numericamente, quanto per pazienti difficili. O, comunque, da ricoverare. Così è scattato il piano di sovraffollamento e sono stati bloccati i ricoveri ordinari per cure e interventi chirurgici. Non solo: si è evitata la riapertura di posti letto “chiusi” per la contrazione natalizia o reparti fermi come la day surgery, ma i pazienti provenienti dal ps e bisognosi di ricovero sono stati “spalmati” in più reparti. Se non altro, sono stati fatti salire dalla barellaia. Una quarantina i pazienti che alle 7 attendevano un posto letto in reparto, numero sceso a circa 10 in serata. «Con il passare delle ore la situazione si è normalizzata. Il numero globale di accessi non è stato esagerato, ma tra i pazienti da ricoverare abbiamo avuto, in questi giorni, molti grandi anziani da seguire e curare con particolare attenzione», dice il primario Francesco Perlasca. E il nuovo direttore sanitario dell’Ats, (l’ex Asl), Anna Maria Maestroni , ha spiegato che «bisogna potenziare i servizi territoriali, vanno ridefiniti e bisogna lavorare per mantenere a casa o curare sul territorio in nuove strutture, evitando il più possibile i ricoveri in ospedale, i pazienti cronici o fragili».
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