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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Divorzi veloci, è boom

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Divorzi veloci, è boom

Decidono di divorziare. manca solo la firma sotto i documenti. La prima, l’hanno già apposta ma la seconda, a distanza di un mese, trenta giorni giusti giusti, come dispone la legge, per valutare bene e magari ripensarci, non l’hanno mai fatta. C’è anche una storia a lieto fine, almeno per il momento, tra le tante di separazioni e divorzi delle (ex) coppie che si presentano a Palazzo Estense e scelgono la procedura “speedy”. Pare che uno dei due quasi ex coniugi abbia avuto un impedimento a presentarsi e abbia avvisato, fatto sta che durante quella telefonata non è stato chiesto un secondo nuovo appuntamento, mai fissato nemmeno in seguito. La normativa stabilisce che dopo trenta giorni decada completamente anche il primo atto e, dunque, tutto andrà rifatto. C’è anche chi, come un imprenditore, è tornato da Dubai per firmare l’atto e una donna, per sottoscrivere un divorzio, è partita dalla Spagna per poi tornarvi. A parte questi casi “internazionali”, di solito si tratta tutti di residenti anche in pratica, ancora a Varese.

Gli atti compiuti al piano terreno di Palazzo Estense, dove vi sono i Servizi Demografici coordinati da Nicoletta Zucchi, sono stati oltre duecento. Perché per ogni separazione, vi è un doppio appuntamento. In totale, nell’arco del 2015, i divorzi veri e propri sono stati 70 di cui quasi la metà “cessazioni” di matrimonio (cioè divorzio, per quanto riguarda gli aspetti civili, dal matrimonio celebrato in chiesa). I primi atti, cioè le separazioni non ancora giunte a termine e per le quali il secondo appuntamento sarà nelle prossime settimane del nuovo anno, sono stati una decina (di cui 5 scioglimenti), cioè stop a matrimoni celebrati in Comune. «Vi sono anche le situazioni in cui procediamo in seguito all’intervento di avvocati che devono dirimere questioni collegate alla presenza di figli minori o a questioni di altra natura», spiega Zucchi.

La corsa al divorzio veloce che può essere definito con una spesa modica di 16 euro, dunque, continua. L’entrata in vigore della normativa (legge 162 del 2014) è stata ratificata dalla giunta Fontana a dicembre del 2014. Partenza in sordina poi il boom di richieste, a partire da marzo dello scorso anno. b.z.


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