Prima il sessantaduenne di Busto Garolfo ripescato a Parabiago, poi il diciassettenne egiziano scampato alla traversata del Mediterraneo e annegato a Villapia, da ultimo il ragazzino afghano che lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Anche senza contare i due salvati all’ultimo momento la scorsa settimana e il castanese che mercoledì scorso dopo aver recuperato il suo cane non riusciva più a risalire l’argine, per il Villoresi questa è stata davvero un’estate maledetta.
Negli ultimi due mesi nel canale sono annegate due persone, una terza è morta domenica nel Ticino; e se chi è stato trascinato a riva per tempo deve ringraziare i suoi angeli custodi, adesso tutti incrociano le dita per il quindicenne ricoverato a Bergamo.
Per l’ultimo capitolo, la storia del ragazzino non è diversa da quella di tutti coloro che prima di lui erano rimasti intrappolati nel canale. Lunedì 17 agosto, verso le ore 18, il giovanissimo afghano e un suo amico avevano deciso di fare il bagno nel Villoresi. Avevano scelto un posto apparentemente sicuro come la darsena di Castano Primo, dove la rampa di accesso garantisce una facile presa. I due si erano spogliati e avevano lasciato i loro vestiti sull’argine, poi si erano tuffati. A un certo punto il quindicenne era stato travolto dalla corrente, e il suo amico forse spaventato era scappato.
Ad accorgersi del ragazzino che lottava contro la corrente sono stati alcuni passanti, che però non sono riusciti a tirarlo fuori dall’acqua: l’allarme è stato lanciato subito, si è levato in volo anche l’elisoccorso. Individuato il quindicenne, i sommozzatori dei vigili del fuoco si sono lanciati una ventina di metri più a monte, riuscendo poi a intercettare il ragazzino e a riportarlo a riva in un tratto dove il parapetto è stato danneggiato. Speranze ce n’erano poche, il giovane era rimasto a lungo in acqua. Ma le manovre di rianimazione hanno avuto successo, e in serata il quindicenne è stato portato in elicottero all’ospedale Papa Giovanni, dove ancora mercoledì 19 agosto era in Rianimazione. Il ragazzo era stato estratto dall’acqua in stato di grave ipotermia: questo potrebbe essere la sua fortuna, perché rallentando le funzioni vitali l’ipotermia permette di resistere più a lungo sott’acqua. Ma la situazione è delicatissima e i medici per ora non si sbilanciano. Delicatissima anche la situazione personale del ragazzo, che fino alla fine di luglio era ospite di una comunità a Trieste. Fuggito dalla comunità con un amico (probabilmente lo stesso che lunedì si trovava con lui sul Villoresi), avrebbe vagato per il Nord Italia fino ad arrivare a Castano Primo, dove è rimasto intrappolato nel canale maledetto.
Come il profugo diciassettenne che il 6 luglio era annegato a Parabiago dopo aver attraversato il mediterraneo su un gommone. Lui arrivava dall’Egitto, era stato affidato a una comunità di Milano. Il Villoresi l’aveva tradito mentre faceva il bagno alla darsena di Villapia. Nello stesso posto, mercoledì 12 agosto una donna di 45 anni era stata salvata all’ultimo momento da due suoi amici, che si erano tuffati per riportarla a riva mentre già stata annaspando; nello stesso giorno, un uomo che stava passeggiando sull’argine del canale a Castano Primo era entrato in acqua per soccorrere il suo cane che attirato dall’acqua non riusciva più a risalire l’argine. Il padrone, 35 anni, aveva avuto lo stesso problema, e alla fine chi lo aveva visto in difficoltà aveva allertato ambulanza e vigili del fuoco. Fortunatamente, alla fine il castanese se l’era cavata senza un graffio. Esattamente come l’uomo che la domenica prima era stato salvato a Nerviano da due ciclisti. Anche lui si era tuffato per salvare il suo cane, e il canale lo aveva messo in seria difficoltà. Con una corrente che in media viaggia a 8 chilometri orari e i ripidi argini di cemento che non offrono appigli, il Villoresi non perdona.