Quello di mercoledì 27 stato il “Piccolomo day”, al tribunale di Varese. Il killer delle mani mozzater è comparso in piazza Cacciatori delle Alpi ed è ufficialmente uscito dall’inchiesta per il delitto di Lidia Macchi. Mentre sull’altra indagine che lo coinvolge, quella per la morte della prima moglie Marisa Maldera, il sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda ha chiesto un supplemento di indagini di sei mesi. prima moglie del killer delle mani mozzate Giuseppe Piccolomo morì (era il 20 febbraio 2003) bisogna indagare ancora sei mesi. Destinatario della richiesta è stato il giudice delle indagini preliminari Stefano Sala, il quale, come si dice, si è “riservato”: una sua decisione in merito è attesa nei prossimi giorni.
Naturalmente favorevoli alla prosecuzione degli accertamenti le due figlie di Piccolomo, Cinzia e Tina, da sempre convinte che il padre abbia ucciso la madre e che nel febbraio di tredici anni fa la donna non sia stata quindi vittima di uno “strano” incidente stradale, morendo nel rogo dell’auto di famiglia guidata da Pippo e finita fuori strada. È naturalmente contrario alla proroga il difensore di Piccolomo, l’avvocato Stefano Bruno, il quale al termine dell’udienza ha sottolineato che sulla vicenda si sono già espressi cinque giudici e che sarebbe quindi il caso di concludere il procedimento anche per una questione di “ragionevole durata”.
Inoltre l’avvocato Bruno sostiene che la questione del “ne bis in idem” è insuperabile, dato che il fatto non è cambiato ma solo la sua qualificazione giuridica, e per quel fatto Piccolomo è stato appunto ritenuto responsabile solo per colpa e non per dolo.
Pippo ha partecipato all’udienza (è arrivato con un berretto rosso e con una barba non più fluente) e ha anche gridato quando il pm ha fatto riferimento alla sua seconda moglie definendola «marocchina» (per l’indagato si sarebbe trattato di una mancanza di rispetto). Impressionata dal suo atteggiamento, quello a quanto pare di una persona molto religiosa dopo la conversione all’Islam, l’unica figlia presente, ovvero Cinzia.
La giornata di Piccolomo a Varese ha registrato anche la (scontata dopo l’arresto di Stefano Binda come presunto assassino) uscita di scena di Pippo dall’inchiesta per la morte di Lidia Macchi. Manfredda ha presentato al gip Anna Giorgetti la richiesta di archiviazione dell’accusa di omicidio volontario a carico del killer delle mani mozzate. Quello stesso Piccolomo, ergastolano dal dicembre 2014 in conseguenza di una sentenza definitiva, che la rappresentante della Procura generale aveva indicato come autore dell’omicidio avvenuto il 5 gennaio 1987 nel luglio del 2013, quando aveva comunicato all’indagato la chiusura indagini, senza peraltro procedere poi alla richiesta di rinvio a giudizio. Per quanto riguarda l’inchiesta Macchi, il sostituto procuratore generale, parlando con i giornalisti, ha lanciato un appello a tutti coloro che ritengono di avere informazioni utili alle indagini: «La mia porta e quella della Squadra Mobile sono sempre aperte. Faccio appello al senso di responsabilità di tutte le parti coinvolte e anche ai mezzi di informazione: bisogna abbassare la pressione mediatica e lasciare che a fare l’inchiesta siano gli organi istituzionalmente preposti a questo».