Il progetto del parcheggio alla Prima Cappella non è finito nel cassetto. Il Comune, essendo passato un anno dalla richiesta alla Prefettura di Milano per il via libera (certificazione antimafia) all’aggiudicazione dell’opera alla società Finteco srl (vincitrice della gara d’appalto), ha deciso in questi giorni di rinnovare l’istanza. Che cosa era successo con la prima istanza? Che la Prefettura aveva decretato l’esclusione (interdizione) dai bandi pubblici per presunte collusioni con la criminalità organizzata, ma la società aveva presentato ricorso e il Tar le aveva dato ragione: annullata la “squalifica”. Così avevano stabilito i giudici amministrativi. E dunque, tutto a posto. Ora, quel “nulla osta” giunto dal Tar starebbe per scadere. In pratica, dopo un anno, il Comune è tenuto, o quantomeno è consigliabile che lo faccia, a chiedere una nuova certificazione alla Prefettura di Milano. Palazzo Estense ha inoltrato venerdì 5 febbraio la richiesta; ora attende l’esito.
Nel frattempo, c’è stato il giudizio di appello nei confronti di Giovanni Macrì, compagno ma non convivente della titolare della Finteco, che ha confermato la condanna di primo grado per voto di scambio, aggiungendovi l’aggravante della matrice mafiosa. Può questo elemento ribaltare il parere sulla regolarità della società vincitrice dell’appalto? In via teorica, essendo un cantiere sotto i 4 milioni di euro, la certificazione antimafia dovrebbe attenersi a quanto risulta allo stato attuale, senza ulteriori indagini o accertamenti. Ma la Prefettura potrebbe, di propria iniziativa, chiedere ulteriori verifiche agli organi competenti (magistratura).
Articolo completo sulla Prealpina di sabato 6 febbraio.