«Grazie a tutti gli amici di Paolo, in poco tempo avete organizzato una cerimonia toccante. Fate in modo che nostro figlio viva nel cuore di tutti, perché soltanto così potrà essere ricordato. Noi cercheremo di farlo con tante iniziative». Le parole di papà Dario, accanto a mamma Fiammetta, hanno concluso il funerale laico di Paolo Rindi, il diciannovenne di Avigno morto in seguito a una caduta durante un’escursione nel Parco nazionale della Val Grande, nel Vco, e ritrovato il 2 marzo dopo un mese di ricerche e mobilitazione.
Com’era prevedibile, la sala del centro congressi “De Filippi” ha contenuto a stento le circa seicento persone arrivate per dire addio al ragazzo (la precedenza è stata data a familiari e amici più stretti, grazie a un protocollo impeccabile, dalle fasi del parcheggio fino ai posti a sedere). Coetanei, compagni di scuola e di band, ma anche molti adulti hanno voluto partecipare a un pomeriggio commovente, scandito da testimonianze, ricordi, musica e letture di poesie, molte scritte dallo stesso Paolo.
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